La Tares che paghi e che non dovresti pagare
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Economia

La Tares che paghi e che non dovresti pagare

Non ci sono solo le cartelle pazze di Equitalia o gli evasori: una società aiuta le imprese a non pagare più del dovuto per lo smaltimento rifiuti

A chi non è mai capitato di ricevere una richiesta di pagamento non dovuto per una cartella esattoriale o per una bolletta già saldata? Ma se in questi casi è (relativamente) semplice dimostrare le proprie ragioni, non è così quando si paga più del dovuto, senza saperlo. In un momento di crisi come questo, poter risparmiare denaro è diventato ancora più importante, specie per imprese piccole e medie, e la Tares (la vecchia tassa sui rifiuti) risulta una delle tasse più "odiose" da dover pagare. Sarà forse per questo che moltissime società anche individuali hanno deciso di verificare se quanto hanno corrisposto fino ad ora fosse veramente dovuto.

È il caso del gestore di un albergo che ha scoperto, dopo essersi rivolto ad una società di consulenza di Ferrara, la Solutions For You , che aveva speso 25 mila euro di troppo in un solo anno. Ha così presentato anche istanza per il rimborso dei 5 anni precedenti, al quale si ha diritto in caso di accertamento di un errore da parte della pubblica amministrazione nel calcolo degli importi dovuti.

E questo caso, seppure eclatante, non è l'unico. "Su 10 aziende che chiedono di verificare la correttezza degli importi che si vedono addebitare, 3/4 scoprono di pagare più di quanto dovrebbero" ci spiega Matteo Mazzoni, uno dei soci della Solutions For You.

Ma come può accadere?
Molto spesso tutto nasce dalle dichiarazioni di inizio attività che ogni azienda è tenuta a fare e che possono contenere degli errori involontari.

Quali sono i più comuni?
Nella maggior parte dei casi un imprenditore non sa che potrebbe usufruire di agevolazioni o esenzioni, sia nella fase iniziale della propria attività, sia nel corso degli anni, magari a causa di cambiamenti nelle normative a livello comunale o regionale che non conosce e che spesso sono numerosi.

Voi come fate ad accertare se si paga più del dovuto?
Per prima cosa si chiedono agli imprenditori tutte le fatture emesse dall'ente gestore dello smaltimento rifiuti o dal Comune. Occorrono poi planimetrie e documentazioni specifiche, a seconda dei casi. È facile, ad esempio, che un magazzino intestato ad una impresa non venga utilizzato e dunque possa avere diritto ad esenzioni o riduzioni.

Chi si rivolge a voi?
Ci sono clienti di ogni tipo, dai piccoli artigiani alle grandi catene alberghiere, dalle concessionarie di auto alle officine meccaniche, passando per insediamenti industriali.

Se scoprite che un'impresa ha pagato più del dovuto, cosa fate?
Per prima cosa si comunicano eventuali modifiche nei parametri o nei dati che hanno dato luogo all'errato conteggio, poi si elabora l'istruttoria per il rimborso dei 5 anni precedenti ai quali si ha diritto.

Ma vengono corrisposti anche degli interessi?
Purtroppo no, perché la pubblica amministrazione in questi casi non paga gli interessi, mentre li pretende in caso di ritardi nei pagamenti sotto forma di mora.

La Solutions For You ha iniziato la propria attività un anno fa da un'idea di Francesco Da Ros, il fondatore, che per anni si è occupato di consulenze per Comuni ed Enti gestori e si è accorto che non ci sono solo gli evasori: esistono molte persone e imprese che non solo pagano, ma pagano più del dovuto.

La società, che guadagna grazie ad una percentuale sul denaro risparmiato dai clienti, assicura comunque che - almeno in questo settore - i tempi per i rimborsi non sono "secolari": per tornare a pagare dopo le correzioni dei dati errati o gli errori commessi dagli enti gestori bastano circa 30 giorni, che diventano 60-90 se si chiede la restituzione delle somme indebitamente versate.

A meno di tre mesi dalla prima scadenza del pagamento della IUC, l'Imposta Unica Comunale che comprende l'Imu, la Tari (la nuova tassa sui rifiuti) e la Tasi (la tassa sui servizi) sono in molti ad aver deciso di verificare se tutto quanto finora pagato per lo smaltimento dei rifiuti fosse effettivamente corretto.

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Eleonora Lorusso