Tasse, estate da incubo: arriva l’ingorgo fiscale
Economia

Tasse, estate da incubo: arriva l’ingorgo fiscale

Tra giugno e luglio saremo costretti a pagare circa 32 miliardi di imposte

Chi pensa ai mesi estivi per godersi magari una meritata vacanza, quest’anno dovrà ricredersi. E questo perché per giugno e luglio c’è alle viste purtroppo un devastante ingorgo fiscale che farà sperare a milioni di italiani che questo periodo, solitamente tanto atteso, arrivi più tardi possibile. Secondo alcune stime rese pubbliche dalla Uil infatti, gli italiani proprio per l’inizio dell’estate verseranno nella casse pubbliche tasse per qualcosa come 32 miliardi di euro. Un vero e proprio salasso derivante dagli 11,6 miliardi di acconto Imu, dai 14,4 miliardi del saldo Irpef, dai 4 miliardi di acconto Tares e dagli 1,8 miliardi di primi effetti dell'aumento dell'Iva. Un conto che neanche la lista della spesa più minuziosa potrebbe rendere più fitto e più costoso.

Il macigno della Tares
A pesare in maniera determinante su questo salatissimo conto sarà una delle novità fiscali di questo 2013, con la quale, almeno a livello teorico, abbiamo già cominciato a prendere dimestichezza. Parliamo della Tares, la nuova tassa sui rifiuti , che va a sostituire le vecchie Tarsu e Tia. Qualche tempo fa infatti, il Parlamento, ha opportunamente deciso di evitare che gli italiani pagassero fin da gennaio la prima rata della nuova imposta. E questo perché dopo la mazzata di dicembre con il saldo dell’Imu , si voleva dare un po’ di respiro alle finanze delle famiglie. Peccato però che così facendo il pagamento della Tares è stato in pratica concentrato in due sole rate, la prima delle quali, che cadrà appunto a giugno, sarà decisamente più onerosa. Ci sarà infatti un acconto pari a circa 152 euro a famiglia, secondo quanto stimato sempre dalla Uil, a differenza ad esempio dei 139 euro che in media si pagheranno per l’Imu.

Senza contare poi che complessivamente la nuova tassa sui rifiuti, all’interno della quale sono stati inglobati anche i contributi per tutta una serie di servizi comunali che vanno dalla gestione delle strade a quella dell’illuminazione pubblica, si farà sentire sui bilanci familiari in maniera particolarmente pesante, arrivando a pesare mediamente per circa 305 euro all’anno. Da notare che la legge che introduce la Tares prevede in effetti che dal prossimo anno i Comuni possano decidere in maniera autonoma di spalmare il suo versamento anche in tre o quattro rate. Ma appunto, questo piccolo sollievo, se ci sarà, arriverà solo nel 2014.

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Il paradosso delle imprese di igiene ambientale
Ma gli effetti di questo ingorgo fiscale non si faranno sentire solo per le famiglie, ma investiranno anche le imprese, pubbliche o private , che in effetti gestiscono tutti i servizi che verranno finanziati con la Tares. Aver infatti distribuito il versamento della tassa in due sole tranche, lascerà per lungo tempo le imprese stesse senza risorse e potrebbe dunque compromettere il regolare pagamento degli stipendi dei propri dipendenti. Senza contare che la mancanza di finanziamenti potrebbe avere effetti negativi anche sull’efficienza stessa dei servizi forniti agli utenti. Tutte ragioni che spingono la Uil a chiedere un intervento d’urgenza, affinché si stabilisca per legge un versamento rateizzato della Tares, che vada oltre le due sole date indicate finora, e soprattutto non in coincidenza con i pagamenti di altre imposte. Un provvedimento che, come spiegato, ridarebbe ossigeno alle imprese che operano nel settore dei servizi d’igiene, e alleggerirebbe il peso del carico fiscale delle famiglie, soprattutto di quello estivo, lasciando magari i soldi a qualcuno per concedersi una meritata vacanza. Staremo a vedere quello che deciderà il nuovo Parlamento che presto s’insedierà.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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