Sea Handling: Pisapia gioca da solo
Economia

Sea Handling: Pisapia gioca da solo

Per Bruxelles la controllata della Sea dovrebbe restituire 360 milioni, ma il Comune di Milano si oppone

Non c’è pace per la Sea, la società controllata dal Comune di Milano da cui dipendono gli aeroporti di Linate e Malpensa. Dopo la bufera sulla quotazione mai decollata e la tegola della Corte europea, che ha condannato la controllata Sea Handling a restituire 360 milioni di aiuti pubblici, scoppia di nuovo la grana della difficile coabitazione con il socio privato, il fondo F2i guidato da Vito Gamberale, che ha lanciato un durissimo atto d’accusa contro l’uscente consiglio di amministrazione, peraltro nominato dalla giunta precedente a quella Pisapia. Divisioni di cui la società non ha certo bisogno in questo momento: è alle prese con una delicata trattativa con Bruxelles proprio per scongiurare la restituzione degli aiuti alla Sea Handling, che porterebbe alla liquidazione e quindi al licenziamento dei 2.500 dipendenti.

Una trattativa condotta finora in modo confuso, sostiene un funzionario Ue con Panorama, come dimostrano le due richieste di sospensive del pagamento. Una è stata presentata dal comune e accolta dal tar, facendo infuriare la Ue, che ha ricordato la superiorità «gerarchica» delle sue istituzioni. L’altra è stata presentata dalla Sea a Bruxelles, ma poi ritirata per «non farsi dire di no», come ammettono fonti vicine all’azienda, dato che la Ue non concede sospensive. Non era dunque meglio non presentarla affatto? Intanto Pisapia è andato a parlare da solo con il commissario alla Concorrenza, Joaquín Almunia. «Non era meglio venire con il socio privato?» dicono ancora a Bruxelles.

E in questo andare ognuno per conto proprio sono stati messi da parte anche gli europarlamentari. Una loro delegazione bipartisan ha parlato con Almunia, ma nessuno di loro sa che cosa si siano detti Pisapia e il commissario. Insomma, un bel gioco di squadra. 

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Martino Cavalli