Perché (per ora) il 730 precompilato è stato un flop
Imagoeconomica
Economia

Perché (per ora) il 730 precompilato è stato un flop

L’anno scorso, secondo i dati del ministero delle Finanze, ben il 95% dei contribuenti ha dovuto rettificare o integrare i dati delle dichiarazioni

Mentre è partito il conto alla rovescia per la presentazione del nuovo 730 precompilato, la cui disponibilità online è prevista a partire dal 15 aprile, il dipartimento delle Finanze ha presentato i dati riguardanti le dichiarazioni dell’anno scorso. Ebbene, se lo scopo del nuovo modello precompilato doveva essere quello di far accettare senza variazioni le dichiarazioni ai contribuenti, si può dire senza ombra di dubbio che l’operazione, almeno per il moneto, sia miseramente fallita, e in maniera anche molto clamorosa. Dai numeri forniti dall’amministrazione fiscale risulta infatti che dei circa 13 milioni di contribuenti che hanno optato per il 730 precompilato, ben il 94,9% ha dovuto integrare o, nel peggiore dei casi, rettificare, i dati che erano stati inseriti dai tecnici del fisco.

730 precompilato: dieci cose da sapere


Questa sorta di vero e proprio flop, è legato soprattutto al problema delle spese sanitarie. Come forse in tanti sapranno, nella prima versione del modello di dichiarazione precompilato, che ha esordito appunto l’anno scorso, i costi per farmaci o per visite specialistiche dovevano essere aggiunti a mano dai contribuenti, visto che non c’era ancora la possibilità per i cervelloni elettronici del fisco di raccogliere in automatico questi dati. Una circostanza che fa guardare dunque con un minimo di ottimismo in più alla versione del 730 precompilato che andrà in scena quest’anno. Da alcuni mesi infatti, grazie al sistema delle ricette elettroniche, i dati sugli acquisti farmaceutici degli italiani sono direttamente monitorati dal fisco e verranno ricompresi in automatico nella dichiarazione dei redditi precompilata.

730 precompilato, come evitare gli errori


Certo, questo non varrà per tutte le spese mediche e dunque in tanti dovranno ancora fare da sé; una buona parte di contribuenti però dovrebbe finalmente essere coperta anche su questo fronte, con la speranza dunque che quest’anno un numero più elevato di dichiarazioni precompilate  possa essere accettato senza modifiche. Intanto, per l’anno scorso le cifre dicono che a dire sì al 730 precompilato senza apportare nessuna integrazione, sono stati appena 665mila contribuenti, ossia solo il 5,1% di tutti quelli che aveva optato per il modello in questione.

730 precompilato, come integrarlo correttamente


Altro fronte su cui si potrebbe lavorare per ottenere risultati migliori è quello dell’accettazione autonoma del modello senza l’intervento di intermediari. In questo senso, a parlare in maniera emblematica sono ancora le cifre del dipartimento delle Finanze: dei 13 milioni di modelli precompilati utilizzati, solo 1,4 milioni sono stati presentati direttamente dai contribuenti, mentre per gli altri 11,5 milioni di modelli, i cittadini hanno dovuto fare ricorso a Caf o altri intermediari fiscali. Nell’ottica di un fisco sempre più trasparente e più vicino alle esigenze dei contribuenti quindi, la speranza è che il 730 precompilato diventi un modello di dichiarazione sempre più completo, e che non necessiti dunque di ulteriori integrazioni o peggio correzioni, e che i singoli cittadini possano scaricarlo, verificarlo e rispedirlo in completa autonomia. Nel 2015, anno comunque di sperimentazione, le cose, come evidenziato, non sono andate granché bene, vedremo ora per questo 2016 cosa accadrà.

I più letti

avatar-icon

Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

Read More