L’Ue vola ad Atene e la confusione regna sovrana
EPA/SIMELA PANTZARTZI
Economia

L’Ue vola ad Atene e la confusione regna sovrana

L’incontro fra il capo dell’Eurogruppo Dijsselbloem e il governo di Tsipras si chiude con molti dubbi e poche certezze. Bruxelles resta fiduciosa, ma Syriza dice basta alla troika

Molta confusione, ma anche qualche significativo passo in avanti. L’incontro fra il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem e il nuovo governo greco di Alexis Tsipras si è chiuso in chiaroscuro.
E dire che non si era aperto nel migliore dei modi, dato che alcuni esponenti dell’esecutivo del leader di Syriza avevano comunicato a Reuters che non ci sarebbe stata alcuna apertura alla troika composta da Fondo monetario internazionale (Fmi), Banca centrale europea (Bce) e Commissione Ue.

A conti fatti, così è, ma Tsipras ha comunque detto di voler raggiungere un accordo con i partner internazionali. 

Gli incontri con il governo greco sono stati costruttivi

Uno scenario chiaroscuro
Per fare luce su quanto accaduto ad Atene questo pomeriggio bisogna andare indietro di qualche giorno. L’indomani della vittoria di Syriza alle urne, il suo leader Tsipras aveva ricordato alla comunità internazionale che non ci sarebbe stata alcuna collaborazione con la troika.

Stesso concetto ripetuto oggi in conferenza stampa, alla presenza di Dijsselbloem, dal ministro delle Finanze Yanis Varoufakis. “Non abbiamo alcuna intenzione di cooperare con la missione della troika”. Parole che potrebbero sembrare di fuoco, ma che fanno lette in un contesto più ampio. Il governo a trazione Syriza-ANEL non riconosce la legittimità di un organismo informale come la troika e vuole negoziare direttamente con Fmi, Bce e Commissione europea.

Niente missioni, niente mediatori, solo un confronto diretto. È per questo, come ricordano a Panorama.it dallo staff di Dijsselbloem, che il politico olandese si è recato così in fretta ad Atene. Tuttavia, negoziare con i partner internazionali in modo singolo potrebbe essere impossibile, dati gli accordi posti in essere. In ogni caso, Tsipras si è detto molto contento dell’incontro con Dijsselbloem e che è pronto a collaborare. Stesso concetto arrivato da Varoufakis, che non ha nascosto le intenzioni del suo dicastero e dell’esecutivo di cui fa parte.

“Noi vogliamo continuare sulla strada delle riforme, per rendere il Paese più competitivo”, ha detto il ministro delle Finanze. Non solo. “Abbiamo intenzione di avere un bilancio in pareggio e, se possibile, avere un piccolo surplus”, ha ricordato Varoufakis. Difficile farlo, però, se non sarà fornita una stampella finanziaria da parte di Fmi, Bce e Ue. Anche perché il termine ultimo per l’estensione del programma di salvataggio esistente è il 28 febbraio prossimo. Senza un accordo prima di quella data, sulla Grecia potrebbe scaricarsi tutta la furia dei mercati finanziari, che già non sono stati teneri con Atene nell’ultima settimana.

Le visioni contrastanti 
La massima asimmetria di vedute fra Dijsselbloem e Varoufakis si è però raggiunta sul piano di salvataggio esistente.

Da un lato, il numero uno dell’Eurogruppo ha ricordato che “il programma è già stato esteso”, rammentando al governo ellenico che la sua visita ad Atene è stata esclusivamente per “spiegare i requisiti dell’accordo esistente” e che c’è la piena volontà alla collaborazione. Il tutto dopo aver definito “costruttivi” i dialoghi con Tsipras e Varoufakis.
Dall’altro, il ministro ellenico delle Finanze ha spiegato che c’è ancora molto lavoro da fare e che non ci saranno sconti. “Cercheremo di ottenere un nuovo accordo”, ha detto Varoufakis. Ma intanto, i funzionari europei continuano a definire “positivi” e “incoraggianti” i dialoghi con le controparti elleniche. “Abbiamo la speranza, concreta, che si possa raggiungere una soluzione entro la fine di febbraio. Noi siamo collaborativi, e pure il nuovo governo greco sembra esserlo”, dice uno degli sherpa del capo dell’Eurogruppo.

Non abbiamo alcuna intenzione di cooperare con la missione della troika

Le prossime mosse
Il tempo stringe. Manca meno di un mese alla conclusione del programma di salvataggio e serve una qualche sorta di patto per il suo prolungamento. Ieri il Commissario Ue per l’euro e il dialogo sociale, il lettone Valdis Dombrovskis, ha comunicato che c’è la possibilità che il piano esistente per la Grecia possa essere esteso per altri sei mesi. Vale a dire, fino al termine di agosto.

Come ha ricordato Varoufakis, il Paese non ha problemi di finanziamento e nelle casse delle Stato ci sono abbastanza risorse da soddisfare il rimborso dei prestiti erogati da Fmi (3,8 miliardi di euro fra il 15 marzo e il 15 giugno) e Bce (6,7 miliardi fra 20 luglio e 20 agosto). L’obiettivo dei funzionari europei, tuttavia, è un altro. In primis, iniziare a discutere in modo approfondito del programma di sostegno alla Grecia durante il vertice dei ministri finanziari della zona euro previsto per il 16 febbraio, per poi arrivare a un accordo vero e proprio il 9 marzo, quando ci sarà la seconda riunione dei titolari del finanze nell’area euro. Sebbene da Bruxelles ostentino sicurezza, il tempo per le negoziazioni è poco. E il caos rischia di essere molto. 

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Fabrizio Goria

Nato a Torino nel 1984, Fabrizio Goria è direttore editoriale del sito di East, la rivista di geopolitica. Scrive anche su Il Corriere della Sera e Panorama. In passato, è stato a Il Riformista e Linkiesta e ha scritto anche per Die Zeit, El Mundo, Il Sole 24 Ore e Rivista Studio. È stato nominato, unico italiano, nella Twitterati List dei migliori account Twitter 2012 da Foreign Policy.

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