LinkedIn: come inserire correttamente i propri dati
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Economia

LinkedIn: come inserire correttamente i propri dati

Dati anagrafici, parole chiave giuste, competenze, esperienze. Poche ma chiare regole su come affacciarsi sul sito di recruitment più importante

Quanti di voi possiedono un profilo LinkedIN? Tanti, scommetto. Ma quanti hanno la pazienza e la costanza di aggiornarlo – oltre ovviamente all’abilità di possederne uno che sia davvero funzionale a farvi conoscere ed apprezzare appieno? Ecco il perché di questo post. Oggi scopriamo insieme perché LinkedIN può avere un valore immenso per la nostra carriera. Partiamo da una mini-intro per chi di voi non abbia alcune dimestichezza col mezzo.

Parliamo di un social network, dunque si occupa di fare rete. La sua peculiarità, tuttavia, rispetto a suoi consimili quali Facebook ed Instagram è di essere focalizzato su contatti di natura professionale. Come tale, nasce con lo scopo di creare ed intrattenere relazioni online sulla base dei contatti di lavoro. Ecco perché realizza un principio che è profondamente caro alle aziende: quello del Networking.

Diffuso, frequentato, tutt’altro che difficile lato creazione del profilo, forte di un sistema di condivisione di post ed informazioni varie che sembra fare un po’ la quadra tra Facebook e Twitter, LinkedIN ha in pratica realizzato una vera e propria rivoluzione nel recruiting. Ed oggi, infatti, non pochi studi ci informano del fatto che i selezionatori, prima ancora di aprire un cv, tendano a farsi un giretto tra i profili, per captare “di prima mano” impressioni che fanno la differenza tra un candidato che ce la fa ed uno che, invece, dovrà attendere il prossimo giro di giostra. Capite ora quanto possa essere importante crearsi un buon profilo?

Partiamo dalla base. Avete presente Google, vero? Beh, LinkedIN funziona grazie al medesimo schema di fondo: l’indicizzazione di parole-chiave che consentono di rendere la ricerca più mirata ed in grado di restituire risultati precisi. Allora, quando pensiamo al nostro profilo, dovremmo anzitutto avere l’accortezza di inserire al suo interno le (poche, per carità!) parole-chiave che faranno da guida al nostro recruiter per venirci a cercare. Facciamoci allora una sola domanda, e cerchiamo di rispondere in modo chiaro e definito:
“Come posso definire il mio profilo?” che poi sarebbe l’equivalente di: “Cosa so fare?”

Con un aiutino (non da poco) in più: il sistema sul quale si regge non è affatto elementare – anche perché tratta profili professionali che hanno di per sé un certo grado di complessità. Dunque, all’interno della nostra “scheda” potremo inserire tante parole-chiave quante saranno le sezioni che le nostre specialità possono completare. E tante più keywords inseriremo, tanto più il Network ci segnalerà che possediamo un profilo completo, e saliremo più in alto all’interno del ranking dei risultati di ricerca. Il che significa: essere più appetibili per un selezionatore interessato ad un profilo con abilità come le nostre.

Abbiamo già parlato ampiamente del curriculum. Ebbene, LinkedIN ci offre la possibilità non da poco di strutturare un vero e proprio cv online. Partiamo proprio da qui nel creare (o modificare!) il nostro profilo personale, andando ad inserire:

- Dati anagrafici
- Fotografia (mi raccomando, non cedete alla tentazione di inserire la foto cool e ricordatevi che questo è un profilo professionale!)
- Esperienza lavorativa
- Formazione
- Competenze e Conferme: questa è la sezione più delicata per chi vuol “farsi trovare”, nel senso che ogni keyword qui inserita diventa una briciola che lasciamo dietro di noi in attesa che qualcuno ci trovi. Occhio allora a non millantare competenze che non abbiamo, ed altrettanta attenzione agli endorsement (segnalazioni che qualcuno effettua a favore delle nostre competenze, e viceversa), che vanno riservati solo a contatti e competenze che davvero abbiamo avuto modo di apprezzare…
- Lingue
- Tutto ciò che a vario titolo testimonia la nostra attitudine professionale (non solo in termini di competenze “tecniche” ma anche di soft skills, cioè capacità trasversali che possono tornare utili sul lavoro: avete presente il problem solving o la capacità di coordinare gruppi di persone?), compresi allegati vari (siete artisti o tecnici? “Sparatevi” il portfolio di cosa sapete fare!)
- URL del proprio profilo: non si tratta in realtà di un qualcosa che creiamo noi, ma vale la pena segnalare che è quanto mai utile personalizzarlo. Il sistema ci assegna di default un codice alfanumerico (una specie di matricola composta di lettere e cifre): modifichiamola sostituendola con nome e cognome (così da agevolare l’indicizzazione) ed inseriamo l’URL nel nostro cv ;)

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Giordano Fatali

President & Founder di HRC Academy, il Network dei Direttori del Personale con oltre 400 tra le più grandi e prestigiose aziende italiane e multinazionali, è stato Direttore del Personale e HR Manager in Todini Costruzioni Generali, TAV-Gruppo Ferrovie dello Stato e Gruppo Buffetti, nonché Business Consulting Manager in Mercuri Urval, Arthur Andersen Mba e Coopers & Lybrand. In venti anni di esperienza si è sempre occupato di Mercato del Lavoro e scenari economici, sia come analisi delle dinamiche occupazionali in atto nel nostro Paese, sia dal punto vista politico-istituzionale ponendosi come interlocutore privilegiato con i più importanti esponenti del Paese. Ad oggi si occupa anche di Executive Search mirata sugli HR Director. Negli ultimi dieci anni ha curato numerose rubriche, in tv e sulla carta stampata, dedicate ai temi del lavoro. È autore di cinque libri di ambito manageriale e il sesto è in uscita

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