Ecoincentivi auto 2014, come fare per ottenerli
Imagoeconomica
Economia

Ecoincentivi auto 2014, come fare per ottenerli

Dal 6 maggio via libera alle agevolazioni per l’acquisto di vetture e veicoli commerciali nuovi meno inquinanti

Tornano, a partire dal prossimo 6 maggio, gli incentivi per le auto ecologiche. Con uno specifico decreto del ministero dello Sviluppo economico il governo ha infatti deciso di mettere a disposizione poco più di 31 milioni di euro per sostenere le vendite dei veicoli meno inquinanti. In realtà la cifra complessiva su cui potranno contare i consumatori è maggiore, e si fissa in circa 63 milioni di euro, grazie a risorse aggiuntive non utilizzate l’anno scorso per lo stesso obiettivo. Una circostanza questa che lascia intendere come in effetti questo tipo di iniziative non stiano riscuotendo grande entusiasmo tra i potenziali acquirenti. In realtà, il fronte dei costruttori di automobili chiede da tempo che siano stanziati incentivi per rilanciare tutto il mercato automotive che soffre ormai da anni di una crisi pesantissima.

AUTO, UN MERCATO SEMPRE PIU' ECO

Per il momento però, in ragione anche di direttive europee che vietano agevolazioni che possano considerarsi aiuti di Stato alle imprese, gli unici incentivi disponibili sono quelli per le auto ecologiche, e vediamo allora quali sono le istruzioni da seguire per chi li volesse utilizzare. Innanzitutto non ci sarà nessuna richiesta da fare. Saranno infatti i rivenditori e le concessionarie a doversi iscrivere online a uno specifico portale del ministero dello Sviluppo dal quale verranno gestite le domande di incentivo. Ciascun automobilista potrà ricevere fino a un massimo di 5.000 euro di agevolazione, calcolata in base al costo del nuovo mezzo acquistato e del suo livello di emissioni, che sarà frutto anche di una quota di sconto praticata dai rivenditori.

EMISSIONI, I COSTRUTTORI NON STANNO A GUARDARE

I veicoli interessati dalle agevolazioni sono tutti quelli, come detto, a bassa emissione, e quindi: autoelettriche, ibride, a gpl, a metano, a biometano, e a idrogeno, veicoli commerciali leggeri, ciclomotori e motocicli a due o a tre ruote e quadricicli, che producono comunque emissioni di CO2 non superiori a 120, 95 e 50 g/km. Nello specifico, le risorse saranno così ripartite: il 15% per l’acquisto, senza necessità di rottamazione, di veicoli con emissioni di CO2 non superiori a 50g/km, che sono poi quelle meno inquinanti, ossia le auto elettriche. Il 35% dei fondi sarà invece riservato per l’acquisto, sempre senza necessità di rottamazione, di veicoli con emissioni di CO2 non superiori a 95g/km,ossia per auto ibride, a gpl o metano. Come si può notare si tratta di circa un complessivo 50% di risorse destinate al parco auto private. Una novità interessante rispetto all’ano scorso quando le agevolazioni in questione rappresentarono solo il 15% del totale e finirono in un attimo.

QUANDO IL PIENO DI BENZINA DIVENTA UN LUSSO

Il restante  50% di incentivi sarà destinato infine all’acquisto di veicoli commerciali leggeri con emissioni di CO2 non superiori a 120 g/km o comunque per veicoli facenti parte di flotte aziendali. Saranno dunque solo società e piccole imprese a poterne usufruire. In questo caso però ci sarà l’obbligo della rottamazione di  un veicolo che abbia un’anzianità “di servizio” di almeno dieci anni. Inoltre, è bene sottolineare che il mezzo da rottamare dovrà risultare intestato al soggetto che intende sfruttare gli incentivi da almeno 12 mesi, e dovrà appartenere alla stessa categoria del veicolo nuovo che si intende acquistare. Questo significa, ad esempio, che un piccolo artigiano non potrà disfarsi di una vecchia auto per comprare un nuovo furgone.

 MA CHI PAGA GLI INCENTIVI AUTO?

I più letti

avatar-icon

Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

Read More