Aeroporti, la scure di Passera
Economia

Aeroporti, la scure di Passera

Solo 31 gli scali ritenuti strategici dal Ministro Corrado Passera. Gli altri sono destinati alla chiusura se le Regioni non avranno risorse sufficienti per tenerli in vita

Per gli aeroporti italiani comincia la cura dimagrante. Ad annunciarla è stato il ministro dei Trasporti Corrado Passera che ha fatto sapere che nel futuro della rete aeroportuale italiana saranno solo 31 gli scali considerati strategici. Gli altri verranno lasciati nelle mani delle amministrazioni regionali, che decideranno le strategie a seconda delle proprie disponibilità economiche.

Facile immaginare dunque che potrebbero essere molti i piccoli aeroporti di provincia, nati come i funghi negli ultimi anni, a dover chiudere i battenti per insufficienza di risorse. “Non so se sarà effettivamente così, di certo però sarebbe auspicabile visto che tenere aperti tutta una serie di scali non ha davvero più alcun senso” commenta Andrea Boitani, economista dell’Università Cattolica, esperto di trasporti e attualmente candidato alle regionali della Lombardia nella lista di Umberto Ambrosoli.

Ad oggi in Italia sono in funzione 112 aeroporti, tra i quali 22 scali militari, e alcuni che sono abiti al solo transito di merci. Ci voleva dunque una sfoltita, che a quanto pare, lascerà in funzione tutti gli scali delle principali città, insieme a quello di Bergamo Orio al Serio, quelli di Lampedusa e Pantelleria per ovvie ragioni di tutela delle comunità locali, e qualche eccezione tipo quella di Rimini, che presenta un traffico molto elevato, e quella di Salerno che dovrebbe alleggerire i transiti su Napoli Capodichino. “Quando si fanno queste scelte – sottolinea Boitani – inevitabilmente bisogna tenere conto di tutta una serie di compromessi geopolitici. I criteri utilizzati dunque possono essere più o meno giusti a seconda dei punti di vista”.

Soddisfazione completa per lo stop annunciato a due nuovi aeroporti sulla cui realizzazione tante polemiche c’erano state. “ Finalmente – afferma Boitani – hanno fatto saltare i progetti per gli scali di Grazzanise e Viterbo, contro i quali io già da tempo avevo espresso tutte le mie perplessità. Si trattava infatti di aeroporti che non avevano nessun senso”. Dunque nel futuro del trasporto aereo italiano ci saranno 31 scali per i quali lo Stato garantirà, con un contratto di servizio, la sicurezza e tutti i servizi a terra, per gli altri le Regioni dovranno, come detto, arrangiarsi e, se il caso, decidere di chiudere i battenti degli scali meno profittevoli. “Se è vero – dice ancora Boitani – che, come stima oggi il quotidiano la Repubblica, il nostro sistema aeroportuale ci costa circa 2 miliardi di euro all’anno, ben vengano questi tagli di spesa che ci permetteranno di concentrare le risorse sui siti davvero strategici. Per quanto mi riguarda infatti, sarei stato ancora più drastico, visto che di aeroporti davvero fondamentali in Italia ce ne sono al massimo 4 o 5”.  

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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