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Ecco le città più verdi d'Europa: Roma ultima

Un rapporto di Greenpeace su 13 metropoli ha valutato piste ciclabili, qualità dell'aria, sicurezza stradale, trasporto pubblico. In testa c'è Copenaghen

Come si comportano le grandi città d'Europa nei confronti dell'ambiente? Il loro sistema di trasporti è pulito o ammorbante? Agevolano chi vuole andare a piedi o in bici? Riescono a tenere sotto controllo i livelli di polveri sottili e altri inquinanti? Per rispondere a queste e altre domande Greenpeace ha commissionato al Wuppertal Institute, istituto di ricerca tedesco impegnato sul fronte della sostenibilità, un'indagine su 13 grandi città del continente, da Mosca ad Amsterdam, da Vienna a Roma, da Budapest a Parigi, da Zurigo a Madrid.

Si intitola Living. Moving. Breathing. Ranking of European Cities in Sustainable Transport e si basa sui più recenti dati disponibili, relativi al 2016, che provengono da fonti pubbliche ufficiali o dalle amministrazioni cittadine. Per ognuno dei parametri analizzati (trasporto pubblico, sicurezza stradale, qualità dell'aria, mobility management, mobilità attiva) i ricercatori assegnavano a ogni città un punteggio fino 20 punti, per un massimo di 100 punti.

Prima Copenaghen, ultima Roma

Al primo posto si colloca la capitale danese, che conquista per il suo mix di mobilità ciclabile, sicurezza stradale e qualità dell'aria. Anche se arriva prima, Copenaghen non ottiene un punteggio pieno: è solo ottava nella classifica che riguarda il trasporto pubblico, segno che potrebbe fare di più per incoraggiare i cittadini a preferire bus e tram all'auto privata. I mezzi pubblici sono una nota dolente anche per Amsterdam, che si piazza ultima per questo parametro, ma recupera con tutto il resto, tanto da guadagnarsi la seconda posizione assoluta. Sul terzo gradino del podio c'è Oslo.

In fondo alla classifica troviamo Londra, Mosca (la peggiore per qualità dell'aria e mobilità attiva) e al tredicesimo posto Roma. La nostra capitale arriva ultima nella sicurezza stradale e nel mobility management e penultima nella mobilità attiva. Si colloca invece all'ottavo posto, alla pari con Copenaghen, per quel che riguarda il trasporto pubblico e sempre ottava per la qualità dell'aria, allo stesso livello di Budapest, Berlino e Londra.

Riguardo alla qualità dell’aria, sono state valutate le medie di concentrazione atmosferica annue ufficiali per il biossido di azoto (NO2) e per le polveri sottili (PM10 e PM2.5). La città con l’aria migliore è risultata essere Oslo, che ha totalizzato 14,5 punti; la peggiore è Mosca (solo 5,5 punti).

Per quel che riguarda il mobility management, l'analisi di questo parametro comprendeva voci come il costo di un’ora di parcheggio, la presenza di zone a basse emissioni, di pedaggi per accedere ad alcune aree (congestion pricing), la disponibilità di app per prenotare, gestire o pagare il trasporto pubblico, la presenza di servizi di bike sharing o car sharing per chilometro quadrato, la percentuale di tempo aggiunto negli spostamenti dovuto al traffico (congestion index). Copenaghen è risultata prima, con 10,5 punti, Roma tredicesima con solo 5.

Come si migliora

A conclusione dell'analisi, gli autori commentano che molto può essere fatto per migliorare ma sottolineano che in diversi casi si stanno per intraprendere percorsi virtuosi. Londra vuole sviluppare politiche per la qualità dell’aria e la sicurezza stradale, Roma intende limitare la circolazione dei diesel entro il 2024, Mosca sta già sta investendo nel trasporto pubblico su rotaia, per disincentivare all'uso del mezzo privato.

In generale si è notato che le città traggono maggiori vantaggi da piani integrati che non da politiche focalizzate su un solo aspetto della mobilità sostenibile. Le tecnologie smart possono incentivare all'uso del trasporto pubblico locale e la garanzia di una maggiore sicurezza, meglio ancora se con la creazione di percorsi separati, invoglia le persone a spostarsi a piedi o in bici, con un impatto zero sull'aria e sul clima. Un altro modo per scoraggiare l'uso dell'auto consiste nel far pagare i parcheggi, che non vanno concessi gratuitamente o a basso costo. Infine, suggeriscono le conclusioni del rapporto, la condivisione delle buone pratiche da parte delle città che le hanno implementate potrebbe essere di grande aiuto a tutte le altre nel contrasto all'inquinamento e a una mobilità inefficiente.

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Marta Buonadonna