Ecco come lo stress può provocare l'infarto
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Ecco come lo stress può provocare l'infarto

Uno studio individua nell'amigdala, la struttura che nel cervello fa da centrale di controllo delle emozioni, la responsabile della catena di eventi che porta danni a cuore e arterie

Che lo stress faccia male al cuore è quasi un luogo comune. In aggiunta al fumo, alla pressione alta, o al diabete anche lo stress cronico di natura psicosociale è stato individuato come un importante fattore di rischio. Come però questo fattore di natura psicologica si possa tradurre in danni fisici al cuore e alle arterie non è per niente chiaro.

Cervello, globuli bianchi, e arterie. Ora un gruppo di ricercatori ha aggiunto un tassello alla comprensione del meccanismo, individuando nel cervello, e in particolare nell’amigdala, una struttura che svolge numerose funzioni di regolazione delle emozioni, in particolare della paura, il punto di partenza della catena. Era già noto da studi su persone colpite da disturbo post-traumatico da stress, ma anche da ansia e depressione, che la loro amigdala era più attiva. E ricerche su animali hanno mostrato che gli eventi stressanti producono dei cambiamenti caratteristici, tra cui un aumento della produzione dei globuli bianchi e infiammazione. I ricercatori hanno cercato di verificare se ci potesse essere un legame tra questi elementi diversi e apparentemente scollegati.

Lo studio ha coinvolto 293 persone, età media 55 anni, che si sono presentate nel corso degli anni al Massachusetts General Hospital di Boston per eseguire una Pet/Tac per vari scopi diagnostici. Oltre, oltre a registrare l’attività del cervello, del midollo e della milza, i ricercatori hanno fatto ai pazienti alcuni esami per stabilire il grado di infiammazione delle arterie. I pazienti sono poi stati seguiti per quasi quattro anni in media. Nel corso del tempo, 22 di loro sono stati colpiti da malattie di cuore, tra cui infarti, ictus, malattie circolatorie.

Confrontando i dati degli esami, i ricercatori si sono accorti che le persone che in partenza avevano mostrato una maggiore attivazione dell’amigdala erano anche quelli che hanno sviluppato prima i problemi. Inoltre, a maggiore attività dell’amigdala corrispondeva maggiore attività del midollo e infiammazione delle arterie.

Come funziona la catena. Gli scienziati hanno allora formulato un’ipotesi su come l’amigdala potrebbe influire sul rischio di sviluppare le malattie cardiovascolari. Il meccanismo biologico potrebbe funzionare così: in condizioni di stress, l’amigdala segnala al midollo di produrre un numero più alto di globuli bianchi, che servono a difendere il corpo da potenziali infezioni ma contribuiscono anche allo sviluppo e al mantenimento dell’infiammazione delle arterie e alla formazione delle placche aterosclerotiche, a loro volta responsabili degli attacchi di cuore.

Lo stress tra i fattori di rischio misurati? A conferma di questa ipotesi, su 13 pazienti che avevano una storia di disturbo post-traumatico da stress, quelli con i livelli più alti di stress misurati in base a test psicologici avevano l’attività dell’amigdala più alta e i maggiori segni di infiammazione nel sangue e nelle pareti delle arterie.

Lo studio, pubblicato su The Lancet, dovrà essere confermato da altre ricerche, ma è una prima indicazione importante. Secondo Ahmed Tawakol, ricercatore alla Harvard Medical School e coordinatore dello studio, “è probabile che arriveremo a trattare lo stress cronico come un fattore di rischio importante per le malattie cardiovascolari, diagnosticato di routine e gestito come gli altri importanti fattori di rischio”.

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Chiara Palmerini