I Consiglieri laziali si aumentano gli "extra"
ANSA/ALESSANDRO DI MEO
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I Consiglieri laziali si aumentano gli "extra"

Una delibera racconta di 15 mila euro in più per le assunzioni dei collaboratori (secondo aumento dopo quello di primavera); il consiglio regionale però respinge le accuse

Ci risiamo. A un anno dallo scandalo degli esborsi milionari concessi ai gruppi politici laziali, la nuova maggioranza guidata da Zingaretti aumenta la retribuzione a disposizione dei suoi consiglieri regionali. Lo scandalo, di cui la punta dell'iceberg furono le prebende illecitamente intascate dall’allora capogruppo Idv, Vincenzo Maruccio e da quello del Pdl Franco Fiorito (poi in parte restituite), portò alle dimissioni di Renata Polverini e all’elezione di Nicola Zingaretti. Come recitava un suo vecchio manifesto elettorale, l'era post-Polverini doveva rappresentare - per i cittadini laziali - un nuovo inizio basato sul rigore. Peccato che di nuovo ci sia stato solo per ora l’esercito di consiglieri passato da 70 a 50 e assessori, passati da 14 a 10. 

Per il resto, tutto sembra essere tornato come prima. Anzi: il bonus per le assunzioni di personale di fiducia è passato da circa 48 mila a 63 mila euro annui. Un aumento di circa 15 mila euro netti che si va ad aggiungere a quello stabilito tra marzo e luglio scorso, quando il denaro a disposizione per questi contratti passò da 33.891 a 48.180 euro. Risultato: ai gruppi politici finiscono non più 1,6 milioni di euro ma 2 milioni di euro.

Insomma, la solita mascherata all'italiana: da un lato si riduce il numero dei consiglieri dall'altro si aumenta la somma di denaro a disposizione (per i collaboratori) di ciascun consigliere. Inoltre, sorpresa, la posta in bilancio per i 39 contratti dei collaboratori esterni non sarà più a carico dei gruppi. Nel bilancio 2014 sarà infatti camuffata dietro altre spese. E a occhio, solo a occhio, il risparmio è servito, ma è certo che qualcosa non torna. La Conferenza Stato Regioni del dicembre 2012 stabilì che ogni consigliere regionale può avere un budget pari a quello di livello alto dirigenziale della pubblica amministrazione. Per dare seguito a questa decisione l’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale del Lazio, con a capo Daniele Leodori (Pd), decise che tale somma era pari a 48 mila euro. Il 4 ottobre si cambia idea: si revoca quella decisione motivandola con l’esigenza di applicare la legge 4/2013 di giugno. Ma non l’avevano già fatto? Sì. Tuttavia facendo riferimenti agli stessi dettati amministrativi e adducendo un «nuovo quadro normativo regionale intervenuto» - senza specificare quale - si arriva all’attuale budget, pro consigliere, di 63 mila euro.

- La risposta del Presidente del Consiglio Regionale del Lazio, Daniele Leodori

Ho letto con molta attenzione e con altrettanto stupore l’articolo che Panorama ha dedicato al Consiglio regionale del Lazio e pur essendo alla mia prima esperienza come consigliere e di conseguenza come presidente dell’Assemblea, potrei io stesso citarvi e dire: Ci risiamo!

Comprendo quanto sia facile scrivere di mala-politica e ancor di più su un’istituzione come il Consiglio del Lazio che nel recente passato ha vissuto momenti drammatici. Ma proprio per questo sarebbe stato più ‘utile’ e più ‘corretto’ dare ai vostri lettori una fotografia di verità.

A cominciare dal titolo. Non è assolutamente vero che i consiglieri regionali del Lazio si siano aumentati lo stipendio. 

Non è assolutamente vero che costano di più ai cittadini, anzi. 

I numeri, così da essere più chiari e diretti: il 21 giugno scorso il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità (cosa rara) la suaspending reviewche ha consentito di tagliare l’indennità di ogni consigliere di circa 2.000 euro, a cui aggiungere poi l’eliminazione di ogni rimborso, ad iniziare dalla benzina, e dai rimborsi eletto/elettore, pari ad ulteriori 2.100 euro al mese;

con lo stesso provvedimento abbiamo portato il tristemente noto finanziamento destinato ai gruppi politici rappresentati in Consiglio, dai 12 milioni di euro erogati nel 2012 ai 500mila euro complessivi nel 2013; nel contempo abbiamo tagliato di 6.200 euro al mese rispetto ai predecessori le retribuzioni del presidente della Giunta e del presidente del Consiglio regionale.

E veniamo ai 63mila euro, che non sono destinati ad ogni singolo consigliere regionale, e sarebbe una follia giuridica e amministrativa, ma a tutt’altro.

La Conferenza Stato-Regioni ha previsto (6 dicembre 2012) che ciascun consigliere regionale (in Italia, non solo per il Lazio) possa avere un collaboratore - a tempo determinato - con retribuzione equiparata al profilo amministrativo D6, senza posizione organizzativa, corrispondente ad una retribuzione pari a circa 48mila euro lordi. 

Con legge regionale n. 4 del 28 giugno 2013 (la nostraspending review) il Lazio ha previsto il cosiddetto salario accessorio, che spetta di diritto ad ogni dipendente della PA, e che abbiamo ‘contenuto’ a 15mila euro (sommati ai 48 si arriva ai 63mila del vostro articolo), con una decurtazione pari al 16,5% rispetto a quanto spettante e quindi con un ulteriore risparmio, sempre nel rispetto della normativa.

Salario accessorio che è previsto dalla legge nazionale, per tutti i lavoratori della pubblica amministrazione.

Ancora numeri: nel 2012 il totale del personale per i gruppi politici era pari a 355 unità. Oggi è fermo a 204, tra esterni e dipendenti in carico ad altre Amministrazioni pubbliche. 

Nel 2009, per fare un altro esempio, il costo è stato di circa 16 milioni di euro; nel 2011 di ben 14 milioni, nel 2012 di 13 milioni di euro. 

Oggi siamo a un risparmio di ulteriori 5,5 milioni.

Mi sia consentita, infine, una chiosa personale: il mio staff (capo di gabinetto, capo segreteria ecc.) ha subito un taglio economico rispetto alla precedente Amministrazione che oscilla tra il 30 ed il 50% ed io stesso ho ritenuto giusto rinunciare a tutti i ‘benefit’ previsti per il presidente del Consiglio regionale del Lazio.

Per rispetto dei cittadini, e per evitare che si potesse scrivere: Ci risiamo!

Grazie per la vostra attenzione e buon lavoro.

Daniele Leodori

Presidente del Consiglio regionale del Lazio

- La controreplica di Antonella Aldrighetti

Nessuno contesta i tagli attuati alla macchina politica nella Regione Lazio già l’indomani dei casi Fiorito e Maruccio, tantomeno la volontà di ridurre i benefit ai consiglieri regionali tra personale di segreteria, telefonini e auto blu. Alcune di queste riduzioni di spesa peraltro, sono state già ampiamente concretizzate. Ed anche il titolo in cui si parlava di stipendi era errato (ed è stato modificato n.d.r).

Diversamente però siamo di fronte a un provvedimento – ossia la determinazione del segretario generale n. 624 datata 4 ottobre 2013, di cui si parla nell’articolo - che ha voluto incrementare l’impegno di risorse pubbliche a disposizione dei singoli consiglieri regionali per assumere un loro collaboratore con un contratto dirigenziale di ‘tipo D6’. A questo proposito vorremmo oltremodo aggiungere che è vero che la Conferenza stato regioni del 6 dicembre 2012 stabilisce che ogni consigliere regionale può avere un budget pari ad un livello D-D6 della pubblica amministrazione ma la Regione Lazio già in data 18 marzo 2013 ha recepito la delibera.

Tant’è che l’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale stabilisce, proprio in base a quel dettato, che tale somma è pari a 45.188,66 euro. Solo a seguito di ciò infatti, vengono stanziati 1,6 milioni per i gruppi consiliari che decidono di usufruire di queste risorse per fare contratti di diritto privato. Il 4 ottobre (con la n. 624) si revoca proprio quella decisione e lo si fa motivando la determina con l’esigenza di applicare la legge 4/2013 di giugno. Ma a quanto pare la legge era già stata applicata a marzo. A questo punto non si spiega come si possa passare dai 45 mila a 63 mila euro. Il risultato infatti potrebbe portare a ulteriori problemi: andrebbero adeguati tutti i contratti esistenti.

E’ inoltre doveroso porre qualche altra considerazione affinché si riesca a spiegare al lettore cosa si fa nel Lazio con i soldi pubblici.

E’ vero che la spesa complessiva della macchina politica potrà diminuire con 20 consiglieri in meno rispetto alle scorse legislature ma aumenterà quella pro consigliere. Nel caso specifico la posta in bilancio per la nuova struttura di 39 contratti dirigenziali di livello D6, costerà molto di più. E ribadiamo che a marzo scorso si era stabilito un costo pari a 45 mila euro per ogni dirigente mentre oggi, addirittura 63mila. E’ certo che questo risultato il legislatore, con la norma iniziale, non l’aveva previsto.

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Antonella Aldrighetti