Sempre più donne vogliono cambiare sesso
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Sempre più donne vogliono cambiare sesso

Boom di richieste e lista d'attesa lunghissima all'ospedale di Pisa. Intervista a Regina Satariano, responsabile del consultorio transgenere di Torre del Lago

Donne che vogliono diventare uomo? In Italia le domande sono in continuo aumento. Così come le liste di attesa per l’intervento chirurgico. Solamente  nella struttura ospedaliera  toscana di Cisanello,  Pisa, ad oggi, sono 24 le donne in attesa di cambiare sesso. E il  picco di richieste  di accesso ai trattamenti e all’intervento “female to male”, ovvero da donna ad uomo, sono aumentate vertiginosamente  dal 2006.

“Negli ultimi sei anni abbiamo assistito ad un’evoluzione dell’approccio e di conseguenza della frequentazione delle  donne, in particolare, dell’unico consultorio transgenere a Torre del Lago, del centro  Mit di Bologna e dei 32 sportelli creati nel nostro Paese  dalle associazioni di volontariato - spiega a Panorama.it,Regina Satariano, Responsabile del consultorio transgenere di Torre del Lago - le donne che vogliono cambiare hanno finalmente trovato il coraggio, la sicurezza e la forza”

Regina Satariano,  che cosa ha determinato questo cambiamento?
Internet e la televisione. Molte donne prima dell’apertura del nostro consultorio a Torre del Lago erano convinte che il cambiamento di sesso fosse possibile solo da uomo a donna e non viceversa. Le informazioni che il consultorio ha fornito e fornisce direttamente attraverso i suoi operatori e gli psicologi  così come su facebook  e il sito, ha contribuito in modo determinante a cambiare l’approccio di queste persone, ad emanciparle.

Quanto sono aumentate le richieste  delle donne che voglio sottoporsi all’intervento “female to male” ?
Siamo nell’ordine del 40% di richieste rispetto al 2% degli Anni Novanta.

Il Consultorio di Torre del Lago, è l’unico centro del genere  in Italia. Quante richieste ricevete ogni giorno?
Dalle 8 alle 20 telefonate  al giorno e noi siamo aperti al pubblico tre volte alla settimana. Ovviamente sono riusciamo a stimare i contatti su face book  o email. Il Consultorio comunque ascolta tutte le richieste attraverso i nostri psicologi ma riusciamo a seguirne solamente 130 casi l’anno.  Non è poco se si considera che ogni persona che decide di cambiare sesso deve sottoporsi ad un percorso di cure ormonali che dura mediamente due anni.

Al consultorio transgenere, si è registrato un aumento delle donne ma anche una riduzione dell’età dei ragazzi che vi contattano…
Si, tantissimo.  Sono moltissimi i minorenni che ci chiamano. Ci sono ragazzi di 16 anni o 17 anni che prendono contatto con il consultorio attraverso il sito o face book. Loro, a differenza delle persone di 30 o 40, sono molto sbrigativi: non scrivono molto di sé ma preferiscono precipitarsi direttamente a Torre del Lago. Gli adulti, invece, si raccontano già nel primo approccio con la struttura.

Giovanissimi e determinati. Ma molti di loro si presentano al consultorio accompagnati da mamma e papà.
Stiamo assistendo con grande piacere che molti minorenni, anche se dotati di determinazione e un carattere  combattivo, si presentano con i genitori. Questo è un aspetto fondamentale perché l’accettazione e la consapevolezza della famiglia è il 60% di tutto il percorso di cambiamento che deve fare il ragazzo o la ragazza.

Dunque, genitori più aperti ad ascoltare i propri figli…
Genitori molto più consapevoli dei disagi vissuti dai figli  e disposti ad aiutarli. Non dobbiamo sottovalutare che un intervento “female to male” o viceversa, implica cure ormonali impegnative che possono generare nella persona crisi depressive oppure fasi di grande euforia che necessitano di un aiuto. Ed è in questa fase, la più delicata, che diventa determinante l’apporto e il supporto familiare.

Da anni il consultorio transgenere  sta portando avanti una battaglia “politica”…
Il nome. Il nome  per chi non si riconosce nel proprio corpo diventa un ostacolo spesso insormontabile. Nel nostro consultorio noi non aiutiamo solamente a cambiare sesso ma anche a sapersi accettare e a trovare un equilibrio con il proprio corpo. Insomma, a far sì che la mente accetti ciò che la racchiude e l’accompagna. Quindi diventa determinante anche per chi non si sottoporrà  mai all’intervento chirurgico, cambiare nome. La nostra battaglia è questa: andremo in Parlamento per chiedere il “nome” anche per chi non si opererà.  Una legge in tal senso aiuterebbe migliaia e migliaia di persone  ad intergrarsi perfettamente all’interno della società. In Italia, od oggi, i trans censiti sono oltre 50 mila.          

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Nadia Francalacci