Discriminate perché donne. La denuncia delle vigilesse di Meta
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Discriminate perché donne. La denuncia delle vigilesse di Meta

Sono state le prime donne a essere assunte dal comando locale. Ora lamentano un clima di crescente ostilità dei colleghi. Il paese di Schettino si divide

Nel comune di Schettino gli abitanti che, a gennaio 2012, si schierarono compatti con il comandante della Concordia, stavolta sono divisi. C'è chi parteggia per le vigilesse, chi non vuole nemici e quindi resta neutrale, chi ne approfitta per invocare più controlli sulle strade e pugno duro perché, per dirla con la coppia Sordi-De Sica nel film sul tema: «Il vigile in servizio non deve guardare in faccia a nessuno». Ma, se è donna, nella realtà capita che siano gli automobilisti a prestare attenzione. «Ci fanno i complimenti» sorridono le trentenni in divisa e raccontano un episodio straordinario: «All'alt un guidatore indisciplinato restò senza parole. Poi disse: Fate anche le multe! Dalle vigilesse più belle della Costiera l'accetto (quasi) volentieri”».

Adesso, i caschi bianchi sono però alla ribalta, per altre vicende, con la rivolta femminista. Protagoniste: Paola Porzio, 33 anni e un passato da calciatore in serie C, Alessandra Veniero, 36, laureata in scienze motorie e statura da miss (è alta 1 metro e 72), Raffaella Fortunato, 38, mamma dagli occhi nocciola. Sono le prime vigilesse assunte a Meta di Sorrento: in strada non sono passate inosservate perché giovani e belle («e severe»), in ufficio si sono fatte notare per le vibranti proteste. Tramite l'avvocato Donatello Esposito, ai vari comitati per le pari opportunità, e in procura, hanno segnalato: «Siamo discriminate sul lavoro perché donne. Dal 2010 c'è un clima di ostilità, sempre più pesante». Il difensore Esposito sottolinea: «È da apprezzare il coraggio nel denunciare le disparità di trattamento sul luogo di lavoro subite dalle donne. Raramente, casi del genere vengono affrontati nei tribunali italiani».

Con Panorama le vigilesse si sfogano: «C'è un'insostenibile disparità di trattamento con i colleghi dell'altro sesso. I maschi sono elogiati, non additati per le assenze, privilegiati nell'organizzazione del lavoro. A loro vengono affidati gli incarichi più gratificanti, quelli di rappresentanza del comando. A noi tocca quasi esclusivamente dirigere il traffico». Risposte? Il comandante della polizia municipale, Rocco Borrelli, è perentorio: «Ho già chiarito tutto nelle sedi opportune, e cioè le vigilesse non vengono discriminate». Il sindaco Paolo Trapani afferma: «L'amministrazione non è stata né insensibile né inerte. Sulla questione c’è il coinvolgimento dell’Organismo interno di valutazione, deputato anche a dirimere simili contestazioni, che da un primo esame della vicenda sembra non aver rilevato elementi a sostegno delle tesi delle vigilesse». Ma non è detto, incalza l'avvocato Esposito: «Le verifiche avviate dall'ispettorato del lavoro sono ancora in corso». Ultimo atto del dramma: in questi giorni il caso è portato all'attenzione della Regione dalla consigliera Bianca D'Angelo.

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Maria Pirro