Il Discorso di Mattarella: fatti, altro che slogan!
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
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Il Discorso di Mattarella: fatti, altro che slogan!

Ecco perché chi crede o pensa che il nuovo Presidente stia al Quirinale per tagliare nastri o inaugurare fiere, riceverà un'amara delusione

Dove eravamo rimasti. Parafrasando Enzo Tortora, potremmo definire con queste tre semplici parole il discorso di insediamento a Montecitorio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Giá perchè ci eravamo lasciati con l'istantanea di Giorgio Napolitano che, nell'aprile del 2013, non dovendo fare un discorso programmatico, ammoniva, senza mezzi termini, tutto il Parlamento per lo scempio prodotto in quei giorni e per l'incapacità di trovare un nuovo Capo dello Stato.

Oggi, 3 febbraio 2015, possiamo finalmente dire che tutto è rientrato nell'alveo della normalità costituzionale. Mattarella, dopo un'iniziale e comprensibile momento di emozione, ha toccato tutti i temi e, soprattutto, i problemi che affliggono il nostro Paese senza, tuttavia, lasciarsi andare alla facile retorica o al pietismo.

Il discorso alle Camere di Sergio Mattarella


Il Presidente ha inteso benissimo il motivo della sua elezione e, proprio per questo, non ha esitato a definirsi arbitro a patto che, naturalmente, "tutti i giocatori mostrino correttezza in campo". Tanti gli inviti e gli incoraggiamenti a trovare tutti insieme una strada per tentare di uscire dalla crisi spronando i giovani e le donne a non arrendersi e consigliando i politici a non essere motivo della loro resa perché "nelle istituzioni gli italiani devono riflettersi".

Ricordare a distanza di oltre vent'anni i giudici Falcone e Borsellino, oltre a rappresentare un reale momento di commozione in Aula ha significato, forse, l'unico vero monito di tutto il discorso ricordando che le vecchie e nuove mafie sono ancora lontane dall'essere sconfitte. Come dicevamo, Mattarella non ha tralasciato nulla, dal terrorismo islamico alle mancanze dell'UE compreso l'augurio di una rapida conclusione della vicenda dei due marò La Torre e Girone.

Come sempre accade in queste occasioni, subito dopo si è registrata la corsa a interpretare e commentare le parole del Presidente. Le frasi fatte si sono sprecate, con un vocabolo che ha registrato la più alta percentuale di riproduzione, quell'"inclusivo" di democristiana memoria.             

L'augurio, adesso, è quello di vedere i politici di tutti i partiti impegnarsi sin da subito a cercare di mettere in atto almeno uno dei consigli che il nuovo Presidente ha dato loro perché chi crede o pensa che Sergio Mattarella stia al Quirinale per tagliare nastri o inaugurare fiere, riceverà un'amara delusione.

Mattarella, il discorso d'insediamento alla Camera

Quirinale
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella arriva al Palazzo del Quirinale per la cerimonia di insediamento, Roma, 3 febbraio 2015.

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Sabino Labia

Laureato in Lettere all'Università "Aldo Moro" di Bari, specializzazione in "Storia del '900 europeo". Ho scritto tre libri. Con "Tumulti in Aula. Il Presidente sospende la seduta" ho raccontato la storia politica italiana attraverso le risse di Camera e Senato; con "Onorevoli. Le origini della Casta" ho dato una genesi ai privilegi dei politici. Da ultimo è arrivato "La scelta del Presidente. Cronache e retroscena dell'elezione del Capo dello Stato da De Nicola a Napolitano" un'indagine sugli intrighi dietro ogni elezione presidenziale

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