Oggi è il Dantedì: celebriamolo con il flashmob
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Oggi è il Dantedì: celebriamolo con il flashmob

Consigli per studiare da casa: 13. Tutti alla finestra

Pillole quotidiane per aiutare studenti (e famiglie) a organizzare lo studio in tempi di Covid-19, che nel mondo ha confinato in casa un miliardo di ragazzi. A firma di Marcello Bramati e Lorenzo Sanna, dirigenti e docenti dei licei Faes di Milano, nonché autori di Basta studiare! e Leggere per piacere (Sperling & Kupfer). Ogni mattina alle 8.30 su panorama.it, consigli, dritte e buone pratiche per alunni di tutte le età.

Ci siamo, è il Dantedì. Dopo quasi 700 anni, Dante Alighieri può avere quel riconoscimento istituzionale che non ha mai avuto. Una vita complicata, segnata dall'infamia dell'esilio, mai con i favori dei potenti che gli hanno reso l'esistenza difficile per quel suo andare dritto, lasciando «pur grattar dov'è la rogna», consapevole di tutte le conseguenze del caso, nel bene (eterno) e nel male (immediato).

Anche in ambito letterario, quello che oggi definiamo Sommo Poeta e che è considerato in tutto il mondo tra i più grandi della letteratura di sempre, con Omero, William Shakespeare e Fedor Dostoevskij, non ha mai avuto l'alloro poetico, nonostante l'iconografia comune lo ritragga con la testa coronata.

Oggi quindi si tratta di un'incoronazione, certo tardiva ma da accogliere con favore e da celebrare. L'Italia e l'uomo italiano hanno bisogno di ripartire da Dante, un padre nobile da riscoprire per almeno tre motivi.

In primo luogo, perché davanti a tutto Dante mette l'amore. L'uomo si muove per amore, fallendo l'obiettivo, agendo in modo sconclusionato o sbagliatissimo, ma per amore. Sta a noi metterci una vita intera, se fosse necessario, per ritrovare l'equilibrio e mettersi sulla retta via, per compierci come uomini, in armonia con noi stessi, con l'altro, col mondo, con ciò che è spirituale, come l'amicizia, come l'amore appunto.

Poi, perché può essere faro politico in tempi bui, e questi certamente lo sono. Prendere Dante a modello politico oggi significa in una parola pensare al bene comune prima che all'interesse individuale. Sembra banale, ma è tutto quello di cui avrebbe bisogno l'Italia, per non dire l'Europa.

Infine, perché tutto questo passa attraverso una bellezza impareggiabile: ricercata e raggiunta, messa su carta da un uomo straordinario, fonte di ispirazione e allo stesso tempo capace di dissetare e fare venire nuova sete.

Ci vediamo alle 13 dalle nostre finestre, sui nostri balconi, per leggere i primi 27 versi della Commedia. In tutta Italia, in tutto il mondo. Buona festa, maestro.

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