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Nancy Pelosi è a Taiwan: gli Usa sfidano la Cina, che mostra i muscoli

Altissima tensione per la visita della speaker della Camera; Pechino manda i suoi caccia in volo sopra la città-stato

La presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi è atterrata nelle scorse ore all'aeroporto di Songshan a Taipei, capitale di Taiwan. Con lei ci sono il presidente degli affari esteri della Camera Gregory Meeks di New York, il presidente degli affari dei veterani Mark Takano della California e i rappresentanti Suzan DelBene dello stato di Washington, Raja Krishnamoorthi dell'Illinois e Andy Kim del New Jersey. Ad attenderli la direttrice dell'American Institute in Taiwan, Sandra Oudkirk, e il ministro degli Esteri taiwanese Joseph Wu. La speaker della Camera al Washington Post ha dichiarato che: «Venendo a Taiwan noi onoriamo il nostro impegno per la democrazia, riaffermiamo che le libertà di Taiwan, e di tutte le democrazie, deve essere rispettata». La visita secondo Nancy Pelosi «onora l'incrollabile impegno dell'America nel sostenere la vivace democrazia taiwanese. Le nostre discussioni con la leadership di Taiwan riaffermano il nostro sostegno al nostro partner e promuovono i nostri interessi condivisi, incluso il progresso di una regione indo-pacifica libera e aperta». Nancy Pelosi che domani incontrerà la presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen ha aggiunto che: « La nostra visita è una delle numerose delegazioni del Congresso a Taiwan e non contraddice in alcun modo la politica di lunga data degli Stati Uniti ma non ci devono essere cambiamenti dello status quo».

L'arrivo di Nancy Pelosi a TaiwanAnsa

Ma la cosa, come era ovvio aspettarsi, ha scatenato l'ira di Pechino. La Cina attraverso il ministero degli Esteri ha diffuso una nota dai toni durissimi nei quali ha denunciato la propria «ferma opposizione e la ferma condanna» per la visita che «è una grave violazione della sovranità e dell'integrità territoriale della Cina».

Per Pechino che che considera l’isola di Taiwan come parte del suo territorio la visita di qualsiasi esponente politico o funzionario di alto rango di un paese straniero, è una sorta di riconoscimento dell'isola. Per questo non appena Nancy Pelosi è atterrata a Taipei l’ufficio per gli Affari di Taiwan del governo cinese ha parlato della «riunificazione della Cina che è entrata in un processo irreversibile e la speaker della Camera dei Rappresentanti Usa, Nancy Pelosi, non la può fermare. La madrepatria deve essere unificata ed è destinata a essere unificata» infine la nota si chiudeva con «Non importa come Pelosi e altri sostengano Taiwan e contengano la Cina, non possono fermare il processo storico di riunificazione della Cina».

Ma oltre alle parole la Cina ha voluto mostrare anche il pugno di ferro della sua potenza bellica. «Alcuni jet Su-35 fighter dell'Esercito popolare di liberazione cinese stanno attraversando lo Stretto di Taiwan», è stato il comunicato minaccioso diffuso in serata.

E ora che succederà? Difficile fare previsioni, tuttavia, Il comando militare orientale della Cina ha comunicato che «effettuerà azioni militari mirate nelle acque a est dell'Isola in risposta alla visita di Pelosi. Le esercitazioni verranno effettuate con vere munizioni tra giovedì e domenica». Gli americani a loro volta hanno già quattro navi da guerra Usa al largo di Taiwan che si trovano li per «esercitazioni standard» ma è chiaro che navi come la USS Ronald Reagan si trovano li perché esiste il pericolo reale che accada qualcosa « che possa diventare una questione di sicurezza internazionale».

Secondo la CNN i funzionari dell'amministrazione USA temono che il viaggio di Nancy Pelosi arrivi in un momento particolarmente teso, poiché Xi dovrebbe cercare un terzo mandato senza precedenti al prossimo congresso del Partito Comunista Cinese. Ci si aspetta che i funzionari del partito cinese inizino a gettare le basi per quella conferenza nelle prossime settimane, facendo pressione sulla leadership di Pechino affinché mostri forza. Sebbene Biden non abbia approvato la visita di Pelosi, i funzionari statunitensi temono che la leadership cinese possa ritenere il viaggio del presidente della Camera come una visita ufficiale dell'amministrazione, e sono preoccupati che la Cina non separi la posizione di Nancy Pelosi da quella di Joe Biden visto che entrambi sono Democratici. La visita di Nancy Pelosi che ha agito contro il volere del presidente americano Joe Biden, dei vertici militari e del segretario di Stato Antony Blinken, terminerà domani. Da li in poi nessuno può prevedere cosa accadrà ma il timore che nelle prossime 48 ore la Cina possa mettere a segno un colpo dimostrativo è quasi una certezza, senza dimenticare e in questi casi l’incidente è sempre dietro l’angolo.

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Stefano Piazza