Lo squalo colpisce ad Hurgada
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Lo squalo colpisce ad Hurgada

Come nel film una donna è stata aggredita ed uccisa in mare a pochi metri dalla costa. E ci sarebbero altre segnalazioni di attacchi

Egitto: Sul Mar Rosso è caccia allo squalo killer

Domenica scorsa due donne sono state uccise in due attacchi compiuti da uno squalo, al largo delle coste egiziane. Le vittime sono una turista austriaca e una di nazionalutà rumena. La conferma, è arrivata dal Ministero dell’ambiente egiziano e dai ministeri degli esteri di Austria e Romania. Le due donne sono state attaccate dallo squalo (che potrebbe essere il temibile squalo Mako), mentre nuotavano nell’area di Sahl Hasheesh a sud di Hurghada (Mar Rosso). Lo ha chiarito il ministero egiziano su Facebook, riferendo che entrambe sono morte. Secondo le ultime informazioni raccolte sul posto da Panorama.it due giorni prima un cittadino austriaco era stato attaccato nella stessa area da uno squalo che gli aveva strappato un braccio. Per questo il governatore del Mar Rosso Amr Hanafi aveva ordinato la chiusura di tutte le spiagge della zona per tre giorni. Per l’Egitto la notizia è un brutto colpo dato che l’Egitto affida al turismo ed in particolare a quello sul Mar Rosso tutte le speranze di risollevarsi dalla crisi economica post pandemia dalll’inflazione in continuo aumento e dalla la debolezza della sua moneta.

Parigi: Condannato il poliziotto jihadista

La corte d'assise speciale di Parigi ha condannato venerdì 1 luglio a quindici anni di reclusione penale, accompagnati da un periodo di sicurezza di due terzi, un ex gendarme di 27 anni perseguito per aver sostenuto la jihad armata nei paesi occidentali.Il giovane, giudicato per partecipazione a un'associazione terroristica di criminali in vista della preparazione di uno o più reati di aggressione a persone, dovrà inoltre ottemperare a un seguito socio-giudiziario (SSJ) di cinque anni all’esito della sua sentenza. Dylan Toussaint è stato individuato dalla Direzione generale della sicurezza interna (DGSI) alla fine del 2017 a causa delle sue attività sospette sui social network. Con vari pseudonimi, ha sostenuto "l'ideologia dei gruppi terroristi islamici, in particolare l'organizzazione dello Stato islamico" e ha incoraggiato "la commissione di atti violenti nei paesi occidentali", ha osservato l'accusa. È stato arrestato nel gennaio 2018 “per il rischio dell'imminenza di un possibile atto violento”. Il giovane si era formato come poliziotto ed era stato addestrato all’uso delle armi. Assegnato alla brigata Lunel (Hérault) nel luglio 2017, si era dimesso due mesi dopo. Durante i suoi interrogatori, il giovane ha indicato di essersi convertito all'Islam nel 2014 all'età di 20 anni: « Ho passato momenti difficili ho trovato qualcosa che mi stava bene».

Bologna: 50mila euro a jihadisti: un arresto a Bologna

Oltre 50mila euro trasferiti a cellule jihadiste. Per questo un 52enne di origine bosniaca e residente a Bologna è stato posto agli arresti domiciliari con applicazione del dispositivo elettronico di controllo a distanza. Si tratta di un cittadino bosniaco con regolare permesso di soggiorno sul territorio italiano, artigiano e titolare di un'impresa individuale operativa nel settore edile, che secondo gli inquirenti «caratterizzato da un profilo ideologico-confessionale aderente ad una visione radicale ed estremista dell'Islam». Da un approfondimento il Ros ha accertato l'esistenza di preesistenti contatti tra il bosniaco e un Imam, anch'esso di origine balcanica, già noto per essere destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il 16 marzo 2016 dall'uffici del Gip del Tribunale di Venezia e scaturita da un'altra indagine condotta sempre dal Ros.

Afghanistan: torna a parlare il leader supremo dei Talebani

Il leader supremo dei talebani, il Mullah Haibatullah Akhundzada, qualche giorno fa ha dichiarato: «Assicuriamo i nostri vicini, la regione e il mondo che non permetteremo a nessuno di usare il nostro territorio per minacciare la sicurezza di altri paesi. Vogliamo anche che altri paesi non interferiscano nei nostri affari interni». Akhundzada, il capo spirituale dei talebani, è rimasto una figura misteriosa e solitaria. È asceso al ruolo di leader del movimento islamista in una rapida transizione al potere dopo che un attacco di droni statunitensi nel 2016 ucciso il suo predecessore, il Mullah Akhtar Mansour.

Durante l'assemblea nella capitale afgana (durata tre giorni) alla quale hanno partecipato religiosi islamici e anziani capi tribali, Akhundzada ha nuovamente invitato la comunità internazionale a riconoscere il governo guidato dai Talebani. Intanto il paese è in ginocchio mentre l’ISIS-K la branca locale dello Stato islamico, colpisce ogni giorno mostrando la fragilità del governo talebano che aveva promesso sicurezza. Un potente terremoto a giugno ha ucciso più di 1.000 persone nell'Afghanistan orientale, innescando l'ennesima crisi per il paese in difficoltà economiche. Gruppi di aiuti sovraccaricati che già tengono in vita milioni di afgani hanno affrettato rifornimenti alle vittime del terremoto, ma la maggior parte dei paesi ha risposto tiepidamente alle richieste di aiuto internazionale dei talebani. Il taglio internazionale del finanziamento dell'Afghanistan ha aggravato il collasso economico del Paese e alimentato le sue crisi umanitarie.

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Stefano Piazza