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(Chiara Clausi)
Dal Mondo

Raisi, l'implacabile, si prende l'Iran

Il reportage dell'inviata a Teheran per le elezioni presidenziali che hanno visto la vittoria dei «falchi»

Teheran si risveglia il 19 giugno con il suo nuovo presidente. E' il favorito, il candidato dalla linea dura Ebrahim Raisi, il capo della magistratura, religioso sciita. Raisi, 60 anni, ha ricevuto più di 17,8 milioni sui 28,6 milioni di voti contati, circa il 62,2 per cento dei suffragi, ha affermato il ministero dell'Interno, sulla base dei risultati preliminari. All'inizio della giornata di sabato tre candidati su quattro hanno ammesso la loro sconfitta a Raisi. Il leader conservatore è il protégé della guida suprema Ali Hosseini Khamenei ed era considerato il favorito nelle elezioni di venerdì, carettrizzate dalla bassa affluenza alle urne, dalla squalifica di molti candidati e dalla eliminazione dalla competizione della maggior parte degli esponenti riformisti. Tra tutti il più importante, l'ex speaker del Parlamento Ali Larijani.


Gli altri avversari di Raisi sono stati ampiamente sorpassati dal nuovo presidente. Mohsen Rezaei, ex comandante in capo del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche, ha ricevuto più di 3,3 milioni di voti. È stato seguito dall'ex capo della banca centrale Abdolnaser Hemmati, l'unico moderato in gara, con almeno 2,4 milioni di voti, e il parlamentare Amir Hossein Ghazizadeh Hashemi con oltre un milione di voti.

(Chiara Clausi)


Il nuovo presidente entrerà in carica il 3 agosto, in un momento cruciale per il Paese. L'Iran sta cercando di salvare l'accordo nucleare con le maggiori potenze mondiali e liberarsi dalle sanzioni degli Stati Uniti che hanno provocato una brusca recessione economica. Il tasso di inflazione è quasi del 50 percento e si prevede che il governo avrà un enorme deficit di bilancio quest'anno. Saranno quindi molte le sfide che dovrà affrontare il nuovo presidente.

Sabato sono già arrivate le prime congratulazioni per la vittoria di Raisi. Hemmati, l'unico candidato riformista in corsa, ha auspicato in una lettera: "Spero che il tuo governo, sotto la guida del leader supremo Ayatollah Ali Khamenei, porti conforto e prosperità alla nostra nazione". In una dichiarazione, il presidente uscente Hassan Rohani si è rivolto al popolo iraniano e al leader supremo e si è complimentato per una "presenza epica e rara" alle elezioni, e ha affermato che "la vostra gloriosa partecipazione ha portato al rimorso e allo sconforto dei nemici".

Dopo aver incontrato Rohani, Raisi ha detto di essere grato della fiducia riposta in lui dagli elettori e ha affermato che utilizzerà anche le esperienze del presidente uscente e di altri esperti e pensatori. "Spero che possiamo attuare nel miglior modo possibile la pesante responsabilità messa sulle nostre spalle dalle persone", ha sottolineato.

Secondo diversi analisti parte della ragione di questo risultato è dovuto alle dure sanzioni statunitensi. E alcuni hanno fatto notare come nel corso della storia iraniana, ogni volta che c'è pressione da parte degli Stati Uniti, va sempre a vantaggio dei conservatori e si trasforma sempre in perdite per la fazione riformista.

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Chiara Clausi