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(Ansa)
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Raid Usa, morto il capo dell'Isis in Siria. Ma la guerra al terrorismo islamico sarà lunga

Il califfo dell’Isis Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi alias di Amir Muhammad Sa'id Abdal-Rahman al-Mawla, noto anche come Hajji Abdallah, è stato ucciso nella notte tra mercoledi e giovedi 3 febbraio 2022 dalle forze speciali dell’esercito statunitense. Il blitz è avvenuto ad Atmeh, una città vicino al confine con la Turchia nella provincia di Idlib che è controllata dai ribelli. Ad annunciare il raid iniziato intorno alla mezzanotte di mercoledi e l’uccisione del leader delle bandiere nere, è stato il presidente americano Joe Biden che parlando dalla Roosevelt Room della Casa Bianca ha anche detto che <<Questa operazione è una testimonianza della portata e della capacità dell'America di eliminare le minacce terroristiche indipendentemente da dove cercano di nascondersi in qualsiasi parte del mondo. Oggi il mondo è piu’ sicuro>>. Dopo che Joe Biden ha dato la notizia dell'eliminazione del leader dello Stato Islamico la Casa Bianca ha pubblicato su Twitter la foto del presidente, della vice presidente Kamala Harris ed altri membri della Sicurezza Nazionale mentre osservano dalla “Situation Room” lo svolgimento del blitz nel quale sono morte 13 persone tra le quali donne e bambini usati anche stavolta come scudi umani.
Chi era il successore di Al Baghdadi
Iracheno di di origine turkmena era nato nel 1976 a Tal Afar una città a ovest di Mosul. Qui si sarebbe laureato in scienze islamiche al gran collegio “Mosul Al-Adham Abu Hanifa Al-Numanin”. In seguito divenne ufficiale dell’esercito iracheno di Saddam Hussein che lascio’ dopo la scellerata decisione degli americani di sciogliere l’esercito iracheno nel 2003. Come molti ex ufficiali dell’esercito iracheno rimasti da un giorno all’altro disoccupati, entro’ a far parte di Al Qaeda. Venne arrestato e mandato nel campo di prigionia di Bassora conosciuto anche come “Camp Bucca” dove era detenuto anche Abu Bakr al-Baghdadi. Con il califfo dell’Isis i rapporti non furono sempre dei migliori, violento e ambizioso al-Quraishi cerco’ più’ volte di estendere il proprio potere e a qual punt Al Baghdadi vista la crescente pericolosità decise di dargli spazio mettendolo a capo della sua sicurezza personale ma non solo, gli affido’ anche la gestione della sicurezza in Siria e in Iraq oltre a dargli il compito di eliminare chiunque all’interno dell’Isis, manifestasse l’intenzione di iniziare la scalata ai vertici. Cosi’ al-Quraishi non deluse le attese dando sfoggio di tutta la sua crudeltà tanto che venne soprannominato “il distruttore” per l’immane ferocia mostrata contro gli yazidi sterminati nell’agosto del 2014 nell'area di Sinjar (nord dell'Iraq). Uomo di terreno e non di dottrina aveva fatto cambiare pelle all’Isis evitando le grandi operazioni privilegiando tanti piccoli blitz con pochi uomini.
Grazie a questo era riuscito a riprendere forza e pezzi di territorio nel “Siraq”. Poi dopo aver stabilizzato la sua leadership e ottenuto i primi rsultati sul campo, aveva ricominciato anche con azioni militari in grande stile, come l’assalto del 20 gennaio scorso (durato una settimana) al carcere siriano di Ghweiran, nel nordest della Siria dal quale sono evasi oltre mille terroristi. Possibile che l’assalto al carcere siriano abbia convinto gli americani che era ora di chiudere la partita con Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi che era diventato ormai troppo pericoloso. E cosi’ è stato. E adesso che accadrà? Presto per fare previsioni ma di sicuro il suo sostituto arriverà a breve.

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Stefano Piazza