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Cosa ha detto (col corpo) Putin a Xi Jinping

L'analisi della postura del numero uno del Cremlino nell'incontro con il Presidente della Repubblica cinese svela che l'alleanza è solida ma ora Putin non è più in posizione paritaria rispetto Xi

L'incontro tra Putin e Xi Jinping può essere analizzato non solo partendo da quello che si sono (o non si sono)detti, ma anche dall'atteggiamento dei due protagonisti nei momenti in cui sono stati ripresi e fotografati. Gli istanti pubblici di un vertice considerato su larga scala fondamentale per provare a capire cosa accadrà nei prossimi mesi nel conflitto tra Russia e Ucraina e sullo scacchiere della diplomazia mondiale. Cosa ne emerso?

Vladimir Putin risulterebbe essere una figura formata per non far comprendere le sue reali intenzioni al destinatario. Tale elemento gli avrebbe consentito un certo grado di vantaggio e potenzialmente successo, nell'utilizzo delle tattiche manipolatorie. Il mascheramento dell’aggressività, tratto tipico e precedentemente identificato, sarebbe prevalentemente di ordine relazionale, con modalità includenti l’abbattimento dell’autostima della vittima facendo leva sugli elementi di fragilità percepiti nel destinatario. Il leader russo, partendo da queste debolezze, creerebbe schemi di manipolazione plasmati sul presunto avversario, resi ancora più efficaci da un artefatto distacco emotivo.

La manipolazione, essendo una vera e propria forma comunicativa, richiede che il comunicatore abbia una vittima disposta all'ascolto. Nell’incontro del 20 marzo scorso con il Presidente della Cina Xi Jinping, le forme comunicative utilizzate da leader russo sembrerebbero differenti da quelle adottate nel recente passato. Putin, infatti, avrebbe fatto ricorso alla comunicazione persuasiva. Nel caso particolare si ravviserebbe un ricorso al concetto di reciprocità che farebbe leva sulla necessità dell’essere umano di ricambiare i favori.

Tale tecnica deve essere altresì utilizzata con particolare maestria in quanto, se non sapientemente gestita, porterebbe l’interlocutore a sentirsi in debito per favori non richiesti, creando chiusura anziché apertura. Una seconda tecnica comunicativa emersa nell'incontro di poche ore fa tra i due leader sarebbe quella dell’impegno e della coerenza dove non sarebbe il soggetto a sfruttare lo scopo, ma l’influenza sociale. Quello che invece sarebbe emerso in maniera significativa è come Putin, questa volta, abbia fatto ricorso all'affiliazione, anziché all’autorità, nello sforzo di creare un legame di similitudine, nel tentativo di far sì che l’interlocutore si indentificasse o prendesse a cuore la situazione. In questo modo il leader russo avrebbe cercato di plasmare o influenzare la percezione, quindi l'atteggiamento, del Presidente cinese.

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Cristina Brasi