Eindhoven
(Ansa)
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Governo in crisi e violenze in strada: Olanda nel caos

Proteste violente ad Eindhoven contro le restrizioni anti-Covid; analoghe scene anche ad Amsterdam

La situazione si sta facendo sempre più tesa in Olanda. Da alcuni giorni, il Paese è attraversato da proteste contro le misure restrittive, imposte dal governo, per il contrasto alla diffusione del coronavirus. Nelle scorse ore, secondo quanto riferito dall'Associated Press, alcuni dimostranti hanno appiccato il fuoco nel centro della città di Eindhoven e hanno colpito la polizia con pietre durante una manifestazione non autorizzata. Le forze dell'ordine hanno reagito con i lacrimogeni, arrestando almeno trenta persone. Tutto questo, mentre ad Amsterdam è stato utilizzato un cannone ad acqua per disperdere un'altra manifestazione (anch'essa non autorizzata) contro il lockdown.



Poche ore fa, la polizia locale ha tra l'altro reso noto di aver arrestato venticinque persone e di aver inflitto 3.600 multe per le violazioni del coprifuoco notturno, entrato in vigore sabato. Tutto questo, mentre – domenica scorsa – altri manifestanti si erano scontrati con la polizia a cavallo nella capitale. Le forze dell'ordine hanno in particolare annunciato che gli arrestati di sabato sera riguardino persone che si sono rifiutate di tornare nelle proprie abitazioni o che avevano commesso atti di violenza. Secondo Reuters, alcuni giovani nel villaggio di Urk avrebbero addirittura lanciato fuochi d'artificio e pietre contro la polizia e dato alle fiamme un centro, allestito per i tamponi. Del resto, proteste di questo tipo stanno andando avanti almeno dalla metà di gennaio. Proteste si sono tra l'altro verificate nei centri di Rotterdam e Stein.


Il parlamento olandese ha introdotto – su proposta del governo – il coprifuoco serale (il primo dai tempi della Seconda Guerra Mondiale) pochi giorni fa, spinto dalla convinzione che la cosiddetta "variante inglese" stia per determinare una nuova ondata di contagi. La misura dovrebbe rimanere in vigore almeno fino al 9 febbraio: nel dettaglio, solo gli operatori sanitari e chi svolge lavori essenziali dovrebbero esserne esentati. In caso di violazione sono al contrario previste delle multe. Il punto è che questa misura ha acuito il forte disagio, che era già stato in qualche modo prodotto dal lockdown in vigore dallo scorso dicembre. Si tratta di una situazione particolarmente spinosa per i Paesi Bassi e, più in generale, per l'Europa tutta.


Innanzitutto non dimentichiamo che il Paese si trovi da alcuni giorni in un contesto politico fortemente problematico: l'esecutivo del premier Mark Rutte si è infatti dovuto dimettere per uno scandalo legato ai sussidi dell'infanzia. Un esecutivo che resterà adesso in carica per l'ordinaria amministrazione fino alle elezioni di marzo. Si tratta quindi di un governo politicamente debole, che si è sobbarcato una decisione – quella del coprifuoco – non poco impopolare. Delusione politica e disagio per le misure restrittive rischiano dunque di creare un pericoloso miscuglio, in grado di determinare instabilità e atti di violenza.


In secondo luogo, attenzione alle dinamiche di natura più generale. Andando al di là dello specifico caso olandese, non è escludibile che situazioni di questo genere possano replicarsi anche altrove. Gli effetti negativi del lockdown in termini socioeconomici stanno infatti diventando sempre più pesanti. Un fattore, questo, che rischia di creare disordini anche in altre aree dell'Unione europea e – forse – anche degli Stati Uniti. Si tratta di un pericolo concreto, che si pone purtroppo nel momento in cui non si riescono adeguatamente ad armonizzare le (fondamentali) esigenze della salute con quelle (altrettanto fondamentali) della sfera economica.

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Stefano Graziosi