Carri armati, si arma anche la Lituania
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Carri armati, si arma anche la Lituania

Con questa decisione, Vilnius si allinea a tutte le nazioni vicine. Il timore, più di Mosca, è la Bielorussia

Preoccupano i cinquecento chilometri che separano Vilnius da Mosca, e soprattutto i 450 circa di confine che ha in comune la piccola repubblica baltica con la russofila Bielorussia. E sopra ogni cosa, desta preoccupazione la situazione russo-ucraina e la posizione politica di Minsk, tanto che il capo della Difesa lituana, il tenente generale Valdemaras Rupšys, ha annunciato l'obiettivo militare del Paese di acquisire 54 nuovi carri armati per rafforzare le capacità di combattimento dell’esercito.

“Stiamo proponendo di trasformare un battaglione di fanteria meccanizzata in un battaglione di carri armati”, ha detto Rupšys intervistato dall’emittente locale Tv3. Il capo della Difesa nazionale ha affermato che il governo nazionale ha già ricevuto i requisiti della forza armata per creare una nuova unità, presumibilmente delle dimensioni di una divisione, almeno come definita dagli standard Nato, all'interno dell’esercito, divisione che gestirà veicoli da combattimento per la fanteria ma soprattutto carri armati.

Di fatto, a parte poche decine di mezzi blindati di vario tipo, la Lituania non possiede risorse tali da potersi difendere da un attacco simile a quello subito dall’Ucraina. La sua aviazione, per esempio, è costituita da tre aeromobili da trasporto C-27J di produzione italiana, da due piccoli Let 410 di produzione ceca, anch’essi per trasporto ma “leggero” e da una decina di vecchi elicotteri di produzione sovietica e francese che saranno sostituiti da altrettanti UH-60 di costruzione americana entro due anni.

Fino all’attacco russo in Ucraina, la modernizzazione delle forze lituane era orientata a renderle più efficienti dopo l’esperienza maturata durante l’appoggio alle operazioni internazionali condotte in Siria, completamente differenti dal pensare di dover difendere il proprio territorio.

La dichiarazione dell’alto ufficiale arriva mentre numerosi alleati dell'Europa orientale stanno perseguendo le medesime acquisizioni: nell'aprile 2022 la Polonia aveva firmato un accordo del valore di circa 4,75 miliardi di dollari per l'acquisto di 250 carri armati M1a2 Abrams in variante Sepv3 dagli Stati Uniti, mentre nel gennaio scorso è stato confermato un secondo contratto del valore di circa 1,4 miliardi di dollari peraltre 116 unità di M1a1 Abrams di seconda. Oltre agli Abrams, l'anno scorso Varsavia ha ordinato circa 1.000 carri K2 Black Panther, dei quali 180 unità saranno prodotte da Hyundai Rotem in Corea del Sud e altre 820 nella variante K2pl che saranno realizzati congiuntamente dai settori della difesa dei due paesi. In Romania, il Ministero della Difesa Nazionale mira ad acquistare un battaglione di Abrams dagli Stati Uniti: Bucarest potrebbe acquisire fino a 54 unità per sostituire alcuni dei vecchi carri armati risalenti all’epoca sovietica e oggi obsoleti. Nel frattempo, la Repubblica Ceca sta portando avanti i suoi piani per l'acquisto di nuovi carri Leopard 2a7+ dalla Germania. Lo scorso maggio, il ministro della Difesa ceco Jana Černochová aveva annunciato che Praga avrebbe potuto acquistare fino a 50 veicoli cingolati, ma non aveva specificato quali.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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