Da falso invalido a panettiere della camorra
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Da falso invalido a panettiere della camorra

A Napoli è la criminalità organizzata a creare documenti falsi grazie a medici compiacenti. Il racconto dell'uomo che per primo denunciò il fenomeno

I falsi invalidi che ho denunciato adesso spacciano droga, vendono sigarette di contrabbando e producono pane per la camorra”. Francesco Emilio Borrelli, 38 anni, assessore del Comune di San Giorgio a Cremano e da anni impegnato nella lotta alla criminalità organizzata, nel 2008 denunciò per primo il fenomeno dei falsi invalidi a Napoli.  

Dopo circa nove mesi di indagini, i carabinieri grazie alle sue segnalazioni, riuscirono ad  arrestare oltre 50 falsi invalidi: ciechi che leggevano il giornale, infermi che giocavano a calcetto o accompagnavano i nipotini a scuola o in palestra, malati di mente che facevano i ragionieri.

“Ogni volta che andavo a trovare i miei genitori nella frazione di Pallonetto di Santa Lucia nel quartiere San Ferdinando di Napoli, una delle zone più antiche della città -  racconta a Panorama.it, l’assessore Borrelli - incrociavo tra i vicoli tortuosi della zona decine e decine di uomini e donne con le carrozzelle a motore o elettriche che si spostavano da una parte all’altra del quartiere. Un fatto piuttosto anomalo in quanto proprio a San Ferdinando oltre il 70 % delle abitazioni non hanno ascensori o montacarichi e quindi sono totalmente inaccessibili per gli invalidi. È stato proprio questo a far scattare i miei sospetti e il mio interesse per il fenomeno. Se fossero stati tutti certificati come falsi ciechi, probabilmente non mi sarei mai accorto di loro.”

Dopo gli arresti a San Ferdinando, i carabinieri hanno scovato centinaia di falsi invalidi anche nel quartiere Sanità e nella zona di Poggio Reale. Ma questi truffatori vivevano solamente  con la pensione di invalidità dello Stato?
Alcuni di loro percepivano l’invalidità e utilizzavano quell’assegno come stipendio per poter vivere la quotidianità. Molti altri, invece, contemporaneamente  “lavoravano” ovvero svolgevano un’attività illegale per conto del boss del quartiere.  E lo facevano per restituirgli il favore”

Che vuole dire?
Tutti i falsi invalidi  sono diventati tali perché la camorra ha voluto che percepissero la pensione dello Stato. È stata l’organizzazione criminale ad aiutarli e favorirli con le commissioni mediche affinché potessero essere accertate le loro false invalidità. Quindi, in cambio del sussidio-stipendio fisso dello Stato, il falso invalido svolge lavoretti per conto della camorra.

Che tipi di lavoro?
Spacciare droga nei quartieri è uno tra i più frequenti  ma anche  trasportare e nascondere sostanze stupefacenti, chiedere il pizzo, minacciare i commercianti, vendere sigarette di contrabbando, fare i posteggiatori, gestire “bancarielli” abusivi di merci contraffatte o produrre e vendere il pane cotto nei forni della Camorra. Solo quest’ultima attività frutta alla criminalità oltre un milione e 800 mila euro l’anno. È questa la manovalanza chiesta in cambio ai falsi invalidi, dai boss dei quartieri napoletani.

E quando vengono scoperti dalle forze dell’ordine e viene  loro sospeso l’assegno di invalidità,  di che cosa vivono?
Molti continuano a prendere soldi dalle attività illecite che svolgevano anche prima. Chi non lavorava, invece, negli ultimi 2 anni, viene riciclato proprio nel settore della produzione dei pane, pizza e focacce. Tanti falsi invalidi in particolare  falsi ciechi e infermi dopo essere pizzicati, si improvvisano panettieri e cominciano a produrre pane, con farine di scarsa qualità e in condizioni igieniche pessime, per conto della camorra. Purtroppo la crisi economica ha ridotto il consumo di cocaina ma non certamente quello del pane e così è diventato uno dei settori dove si riciclano gli invalidi senza invalidità.

Insomma, è la camorra che  corrompe le commissioni mediche per  accertare false invalidità ed è sempre la camorra che una volta scoperta la truffa continua a sfamare-sfruttare il falso invalido.
Certo. Ad esempio solo poche settimane fa è stata scoperta e arrestata una donna, falsa invalida, parente stretta di un boss del quartiere Sanità. La donna percepiva esclusivamente  la pensione dallo Stato, quindi era mantenuta dall’Inps e da tutti noi contribuenti. Dopo la sospensione dell’assegno di invalidità è la Camorra che la mantiene probabilmente in attesa di trovarle una nuova “occupazione” o chissà una nuova invalidità.        
       

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