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(Ansa)
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Il Tar a Bari ferma il Pnrr

Bloccato dal giudice una variante compresa nel progetto del nodo ferroviario. Una sentenza che rischia di fare scuola e diventare un grosso problema

E’ una delle prime opere finanziate con il Pnrr già avviate e, guarda caso, già sospese dal Tar.

Si tratta di una piccola variante di un tratto della Statale 16, opera strategica nell'ambito del più ampio progetto del Nodo ferroviario di Bari, e della nuova rete ferroviaria nella zona di Lama San Giorgio, a sud di Bari, che prevede il raddoppio dei binari per 10 chilometri.

L'opera da 391 milioni, di cui 204 finanziati dal Pnrr, era già in fase di realizzazione dopo una fase preliminare durata più di 15 anni. II progetto, inserito nel 2009 tra le infrastrutture strategiche della Legge Obiettivo, era stato approvato nel 2015 con i pareri positivi dei ministeri e dei due Comuni interessati (Bari e Triggiano).

L’appalto era già stato assegnato e i lavori partiti.

Ora il Tar di Puglia ha accolto la richiesta di sospensiva del ricorso presentato dal sindaco 5 stelle del comune di Noicattaro, Raimondo Innamorato, e del comitato di cittadini “Le vedette di Lama”.

Secondo i ricorrenti il tracciato individuato per il passaggio dei binari ricade in una zona nel territorio del Comune di Noicattaro con alberi secolari e un insediamento archeologico, autorizzato in deroga al Piano paesaggistico regionale. Per il Tar che ha accolto il ricorso del Comune "l'assenza di alternative localizzative e/o progettuali" non sarebbe stata adeguatamente motivata dai pareri tecnici, evidenziando al contrario che "alternative sembrerebbero essere emerse nel corso del procedimento". Nei prossimi tre mesi, la Regione dovrà quindi riesaminare il progetto, tenendo conto delle questioni sollevate dai ricorrenti e con il loro stesso coinvolgimento e individuando quello "idoneo meno impattante da un punto di vista ambientale e paesaggistico”.

La prossima udienza è stata fissata per gennaio 2023.

Il sindaco 5 stelle festeggia per l’opera strategica interrotta: “Oggi vinciamo una battaglia nel nome della tutela di un territorio di pregio. Il TAR ha ritenuto, infatti, che avessimo ragione nel credere che ci fossero delle sostanziali violazioni tanto nel rilascio dell’autorizzazione paesaggistica quanto nella impossibilità di individuare una sede alternativa che fosse meno impattante dal punto di vista ambientale e paesaggistico alla realizzazione del nodo ferroviario che prevede lo spostamento dell’asse. Continueremo a portare avanti questa battaglia di civiltà nel nome della tutela di un territorio di pregio che vogliamo sia valorizzato con l’istituzione del Parco Naturale Regionale “Lama San Giorgio e Giotta. Ringrazio i comitati organizzatori per aver avviato questo importante percorso di condivisione nella nostra Noicattaro, che proseguirà anche a Triggiano e poi a Mola di Bari».

Anche il comitato Le Vedette di Lama attende l’istituzione del parco, e semina il dubbio «il disegno di legge istitutivo del Parco è stato approvato dalla Giunta Regionale già dal 2018 e da allora giace in qualche cassetto. Nessuno sa il perché. Nessuno di noi ha l'autorevolezza politica di quello "importante" che diceva come, in certi casi, a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”.

La presidente del comitato, la professoressa Maria Teresa Fatone, è soddisfatta di essere riuscita a bloccare quest’opera di collegamento: “Una piacevole folata di brezza estiva, rappresentata da organi di giustizia, ha finalmente sollevato la coltre nera, che stava per coprire bellezza, natura, cultura, archeologia in un lembo di lama San Giorgio, importantissima incisione carsica e corridoio ecologico che può e deve diventare la più grande risorsa di benessere green per la città metropolitana di Bari con l'istituzione del parco regionale naturale lama San Giorgio-Giotta. Il comitato delle Vedette della lama e cittadini privati, si sono opposti alla logica infrastrutturale "dell'avanti tutta ad ogni costo", perchè stanchi di continuare ad accettare passivamente l'ennesimo scempio ambientale a favore di progetti per lo sviluppo dei trasporti ed eventuali speculazioni annesse”.

L’assessore regionale ai trasporti Anita Maurodinoia non si scompone difronte alla decisione del Tar, essendo la Regione che rappresenta avvezza al ricorso amministrativo per bloccare opere strategiche, come ha fatto con Tap, Ilva, trivelle, e molti altri impianti fondamentali per lo sviluppo del Paese: «Il piano è strategico ma studieremo una soluzione progettuale, è interesse di tutti la tutela delle risorse pubbliche. Nello specifico, non si mette in discussione l'infrastruttura ferroviaria "strategica", ma la “strategia”. Faremo in modo di attivarci quanto prima con gli altri soggetti coinvolti per prendere in considerazione alternative progettuali - dice l’assessore regionale- La tutela e la valorizzazione del patrimonio ambientale ed archeologico è uno degli obiettivi di questa Giunta e cercheremo quindi proposte il meno impattanti possibile. Voglio però sottolineare che il progetto del nodo ferroviario Bari Sud è un progetto strategico per il trasporto ferroviario e la viabilità nella città di Bari, finanziato con Il Pnrrr e con cantieri già aperti: mi sembra quindi altrettanto importante evitare di perdere tempo, rallentandone la realizzazione, considerando anche i danni per le imprese attive sui suddetti cantieri”. Chissà se avessero detto le stesse cose quando Emiliano ricorreva contro le trivelle per la ricerca di idrocarburi al largo delle coste pugliesi, magari oggi avremmo gas italiano a sufficienza per essere indipendenti da Putin, anziché regalarlo ai dirimpettai croati.

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Annarita Digiorgio