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Il progetto "Fare Rete" in aiuto alle famiglie lombarde

Una recente ricerca ha messo in evidenza le problematiche che le famiglie lombarde hanno dovuto affrontare a causa della pandemia. Si stanno elaborando delle soluzioni

Le relazioni – sia interne che esterne – hanno rappresentato la risorsa più importante per le famiglie lombarde durante la pandemia legata al Covid-19. E' questo il quadro emerso dalla ricerca "Le famiglie lombarde attraverso la pandemia. Esigenze e prospettive. Storie e progetti di consultori, associazioni familiari e famiglie", realizzata dal Centro di Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia dell'Università Cattolica e dal Cisf – Centro Internazionale Studi Famiglia.

Una ricerca che costituisce la prima fase operativa di "Fare Rete": un progetto nato con l'obiettivo di strutturare un piano di aiuti concreti sul territorio lombardo, in risposta ai bisogni delle famiglie acuiti dalla pandemia, sia attraverso le associazioni partner che le reti connesse agli enti locali coinvolti. A spiegarlo è stato Giorgio Tarassi, presidente di Oeffe, realtà capofila di "Fare Rete". "La sfida del progetto", ha dichiarato, "è guardare alla famiglia come un protagonista con cui collaborare, favorendo in primis il suo empowerment. Per fare questo stiamo lavorando con il fine di creare ponti tra diversi attori: reti di famiglie, associazioni familiari, enti di terzo settore e centri di ricerca e infine tra associazioni ed enti locali, in una logica di co-progettazione e co-programmazione".

La ricerca ha previsto la somministrazione di questionari a 48 consultori, 50 associazioni familiari e 300 famiglie lombarde, permettendo non solo di mettere in evidenza le problematiche più importanti affrontate dalle famiglie ma anche di sottolineare come gli enti e le associazioni preposti possano essere loro di supporto. In questo quadro, sia consultori e associazioni da una parte che famiglie dall'altra sono d'accordo nell'affermare che le problematiche più importanti affrontate in tempi di Covid riguardano il benessere psicologico: il 40% dei soggetti partecipanti ha infatti registrato un peggioramento. Una situazione che appare più grave per le donne, per le famiglie con adolescenti, per quelle composte da genitori sposati piuttosto che celibi o nubili. In tutto questo, i dati mostrano come a giugno-luglio 2021 fossero ancora presenti in maniera significativa delle fonti di stress, sia di tipo economico, che di salute, oltre che relazionali. Le persone temevano soprattutto ancora per la salute di un famigliare o per la propria.

Il secondo problema rilevato riguarda la situazione lavorativa, tra incertezza, digitalizzazione e smartworking. In particolare, soprattutto sulle donne, sembra pesare la conciliazione famiglia-lavoro (ben il 34% delle donne ha difficoltà nel conciliare le due sfere, contro il 24,7% degli uomini). Il terzo nodo riguarda invece la situazione economica famigliare, messa a dura prova dalla diminuzione del reddito e dalla nuova precarietà che si è dovuta affrontare: è infatti emerso che la situazione economica sia peggiorata per più di un genitore su tre.

Per cercare di affrontare le problematiche emerse da questo studio sono state quindi pianificate delle azioni concrete con l'obiettivo di sostenere le famiglie, direttamente (attraverso nuove attività rivolte a persone e famiglie) e indirettamente (tramite le reti afferenti alle associazioni indipendenti coinvolte e agli enti locali che appoggiano il progetto). Si parla, in particolare di attività di tutoring e ricollocamento lavorativo; percorsi di aiuto psicologico, laboratori esperienziali di gruppo, supporto alla maternità e servizi di consultorio. Ci sono infine corsi di formazione per coppie; contenuti multimediali per invogliare all'approfondimento dei temi educativi e una piattaforma di recensioni serie tv con attenzione alle tematiche educative.

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Stefano Graziosi