Le Chiese restano in quarantena e le messe finiscono su facebook
Marco Cremascoli
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Le Chiese restano in quarantena e le messe finiscono su facebook

Le foto simbolo della Chiesa in quarantena hanno fatto il giro del mondo. Storico, lo scatto del Papa a piedi per le strade di via del Corso a Roma che si ferma a pregare davanti al crocefisso della peste del 1522. E poi sempre il Papa che attraversa una piazza San Pietro deserta sotto la pioggia, il rumore dei suoi passi che spezza appena un silenzio sovrumano, il vuoto del colonnato del Bernini.

E ancora, l'immagine di Mario Delpini, pastore di Milano sulle terrazze del Duomo, solo, sovrastato dalle guglie gotiche, con un foglio di carta in mano e gli occhi puntati verso la "Madunina" per pregare per la città e l'Italia piagate dal coronavirus.

Altra immagine emblematica: lo stesso monsignor Delpini che domenica 5 aprile ha celebrato la messa della domenica delle palme davanti al sindaco di Milano Giuseppe Sala con la fascia tricolore, il presidente della Lombardia Attilio Fontana e il prefetto Renato Saccone seduti in prima fila ciascuno in un banco diverso. In rappresentanza di tutta la popolazione per una celebrazione che tradizionalmente porta in cattedrale migliaia di fedeli. Poco prima, il sindaco di Milano aveva postato sui social network la sua diretta video quotidiana dichiarandosi "contrario" alla riapertura delle chiese per Pasqua come ha proposto il leader della Lega, Matteo Salvini. «Penso che in questi momenti la propria fede possa, e debba essere, anche un fatto personale e privato>.

Eppure i social network come Facebook, tempio della condivisione, sono diventati anche luoghi di culto virtuali. Nella parrocchia di San Luca, zona est della città, don Andrea e don Attilio celebrano la Messa in streaming dalla piccola cappella della chiesa. E' tutto un fiorire di iniziative: omelie sul web, app di sussidi per la preghiera e via dicendo. Il Papa per primo trasmette ormai – messe mattutine, udienza generale del mercoledì, Angelus domenicale – tramite internet. Ma sempre Francesco si è subito posto la questione dei sacramenti. Ed ha dato due indicazioni che possono sorprendere chi non si è addentrato nelle eccezioni già previste dal catechismo. La comunione, innanzitutto, è possibile farla in forma "spirituale". In tempi di "digiuno eucaristico", come ha avuto a spiegare l'arcivescovo Agostino Marchetto, può consistere in questa formula: «Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore». E' una pratica che richiede motivazioni straordinarie ma – come del resto anche il "battesimo di desiderio", impartito da un genitore nell'impossibilità di andare ad un fonte battesimale – è possibile ai tempi del coronavirus. Quanto al sacramento della confessione, la Penitenzieria apostolica ha chiarito che è possibile, per i malati, più o meno gravi, la prassi, straordinaria ma prevista dal catechismo, della "assoluzione collettiva". E il Papa stesso ha indicato un'altra via:«Se tu non trovi un sacerdote per confessarti, parla con Dio, è tuo padre, digli la verità e promettigli: Dopo mi confesserò, ma perdonami adesso. E subito tornerai alla grazia di Dio».

Intanto le navate del Duomo, quelle delle basiliche, e le panche delle piccole chiese di quartiere sono deserte. «L'accesso ai luoghi di culto – si legge nel decreto #IoRestoaCasa del governo - è consentito, purché si evitino assembramenti e si assicuri tra i frequentatori la distanza non inferiore a un metro. È possibile raggiungere il luogo di culto più vicino a casa, intendendo tale spostamento per quanto possibile nelle prossimità della propria abitazione. Possono essere altresì raggiunti i luoghi di culto in occasione degli spostamenti comunque consentiti, cioè quelli determinati da comprovate esigenze lavorative o da necessità, e che si trovino lungo il percorso già previsto, in modo che, in caso di controllo da parte delle forze dell'ordine, si possa esibire o rendere la prevista autodichiarazione. Resta ferma tuttavia la sospensione di tutte le cerimonie, anche religiose».

Ma le Chiese durante il giorno sono aperte per le preghiere personali rispettando le dovute distanze di sicurezza ed evitando ovviamente assembramenti, Che comunque non ci sono. Come dimostrano le foto – simboliche e potenti come quelle del Papa che cammina da solo per Roma - di questa Chiesa in quarantena, scattate dal nostro fotografo Marco Cremascoli a Milano. Panche vuote, il silenzio interrotto dalle note di un organo dai sacerdoti che restano comunque in prima linea per aiutare gli "ultimi". E viene da pensare alla storia di Milano e tutto quello che questa città ha vissuto: la peste, la guerra, le gravi crisi economiche. La Madonnina è sempre rimasta lì, in cima alla guglia più alta, a proteggere la città, i suoi abitanti. E le sue chiese.

Marco Cremascoli

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Camilla Conti