Didattica a distanza: non è un'alternativa alla classe
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Didattica a distanza: non è un'alternativa alla classe

Consigli per finire bene l'anno scolastico: 8. Solo un valido supplente.

Pillole bisettimanali per aiutare studenti (e famiglie) a restare motivati con la didattica a distanza. A firma di Marcello Bramati e Lorenzo Sanna, dirigenti e docenti dei licei Faes di Milano, nonché autori di Basta studiare! e Leggere per piacere (Sperling & Kupfer). Il mercoledì e la domenica, alle 8.30 su panorama.it, consigli, dritte e buone pratiche per concludere al meglio la scuola.

Cosa resterà di questa didattica a distanza? Le spinte sono due, e opposte. La prima vuole smantellare la didattica a distanza, perché è tempo di rientrare, perché serve ripartire, un po' per impazienza, un po' per voglia di normalità. La seconda vuole provare a integrare questa modalità sperimentata in questi mesi, perché tutto sommato ha fatto fare alla scuola quel balzo in avanti che tante riforme non hanno consentito.

In attesa dei decreti, va fatta una riflessione sullo scenario presente. La didattica a distanza è stato un valido supplente. Ha consentito di portare avanti i programmi, di valutare progressi e elaborati. Ha permesso ai docenti di ogni livello di restare in contatto con le proprie classi, anche – spesse volte – per necessità relazionali. E ha fatto sì che si lavorasse all'esame di maturità, rivisto ma comunque impegnativo per chi dovrà affrontarlo.

Le scuole si sono trovate a tamponare una situazione di emergenza e complessivamente hanno dimostrato una certa efficacia. In questo momento, oltre alla gestione dell'ultimo mese di scuola a distanza secondo meccanismi ormai collaudati, da istituto a istituto ci si chiede come si ripartirà.

Attenzione, però, a non cedere alla tentazione di considerare la didattica a distanza qualcosa da portare avanti. La scuola si fa in aula, al netto delle emergenze sanitarie, senza appello, senza tecnologia a dettare nuovi scenari, senza imparare lezioni improbabili da tempi difficili, senza tentare spallate tecnocratiche alle lezioni e ai ritmi scolastici.

La scuola è fuggita dal coronavirus con la didattica a distanza e, quando ci saranno le condizioni per tornare tra i banchi, allora la scuola dovrà fuggire dalla didattica a distanza come fosse il coronavirus. Tutto questo in condizioni sanitarie risolte e stabili, perché in tempi incerti il supplente digitale potrà svolgere ancora un compito importante e appunto suppletivo, con l'efficacia che riuscirà a garantire.

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