Che cosa rimane della didattica a distanza
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Che cosa rimane della didattica a distanza

Consigli per finire bene l'anno scolastico: 16. Riscopriamo le aule.

Pillole bisettimanali per aiutare studenti (e famiglie) a restare motivati con la didattica a distanza. A firma di Marcello Bramati e Lorenzo Sanna, dirigenti e docenti dei licei Faes di Milano, nonché autori di Basta studiare! e Leggere per piacere (Sperling & Kupfer). Il mercoledì e la domenica, alle 8.30 su panorama.it, consigli, dritte e buone pratiche per concludere al meglio la scuola.

Siamo alla fine giunti all'ultimo giorno di scuola. Un congedo a distanza, sottotono, tra una foto alla griglia di Zoom, i saluti finali e l'elenco dei libri da leggere durante le vacanze: non ci saranno abbracci, assembramenti sulle scale, esultanze all'ultimo suono della campanella e poi una corsa, a godersi l'estate. Siamo ancora a casa, davanti a uno schermo, poi forse qualcuno di noi progetterà un'uscita, magari una vacanza.

Termina quindi un periodo comunque memorabile della scuola ed è tempo di bilanci per gli educatori, i docenti, i genitori. Che cosa ci portiamo a casa della cosiddetta didattica a distanza?

Innanzitutto la presa di coscienza che la didattica è solo una parte (fondamentale) della scuola; la didattica a distanza, tra pregi e difetti, progetti e buona volontà, si è occupata prevalentemente della trasmissione di nozioni, in molti casi anche dell'attivazione di competenze.

La scuola, però, è anche decisamente altro: socialità, relazione, crescita della persona, all'interno di un gruppo, nel confronto quotidiano con i pari e con adulti di riferimento, in tante età diverse, comunque decisive per la formazione personale. La scuola la fanno le persone. Lo sappiamo, l'avevamo perso di vista, ce ne siamo resi conto in questo periodo. Le persone che costituiscono un esempio, che consigliano, che rincuorano, che ti capiscono con uno sguardo, che motivano e rimproverano, che sanno sempre rilanciare.

Cosa è mancato della scuola, in questo lunghissimo periodo? Fermiamoci a riflettere e consideriamolo un bene prezioso, quando la scuola tornerà a essere fatica e per qualcuno un peso. Ci sono mancate le persone. Se alcuni studenti «sono fioriti» durante la didattica a distanza e si sono trovati più a loro agio, consideriamo comunque questo momento una parentesi, niente di più: frequentare una classe esige capacità di adattamento e opportunità di confronto, richiede fatica, anche sofferenza, ci fa crescere.

La scuola richiede tempo. Ogni genitore di piccoli scolari l'ha vissuto sulla propria pelle, con sofferenza; la scuola, però, è una priorità per gli studenti e i genitori, un'opportunità da vivere con cognizione di causa e come esperienza centrale anche per la famiglia. Ricordiamocelo, quando torneranno gli appuntamenti con le maestre e con i docenti, le riunioni, le cartelle da preparare, le giuste domande da porre, gli abbracci da dare, di gioia o consolazione.

Ora, ora che la scuola è finita, che cosa possiamo fare? Leggere, restare all'aria aperta, riscoprire la relazione, ma non perdere il sapore del tempo prezioso per sè, questa volta con minore ansia per quello che ci circonda, per il giudizio tanto temuto di chi è stato dietro e oltre lo schermo.

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