Assegno di mantenimento; furbetti ed egoisti
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Assegno di mantenimento; furbetti ed egoisti

Molti mariti approfittando dell'emergenza Coronavirus hanno fermato gli assegni alle ex mogli, che, alcune volte, dal canto loro sono altrettanto spietate

Nel mio ultimo articolo ho descritto uno spaccato del nuovo fenomeno in auge fra i furbetti del virus: sfruttare il Covid per auto-diminuirsi l'appannaggio ad ex mogli e figli. Dove non volle il Giudice poté la pandemia.

Perché li chiamo furbetti e mi sono augurata una bella strage dei loro opportunistici ricorsi?

Perché una grande maggioranza di quelli che si sono precipitati a tagliare assegni, vuoi con comportamenti concludenti vuoi con domande veicolate via legale, si sono semplicemente appollaiati sul trespolo dell'occasione propizia e, in un momento di confusione e tragedia nazionale, hanno deciso di cogliere la 'palla al balzo' o, più semplicemente, hanno privilegiato se stessi scaricando il peso dei sacrifici su coloro che dipendono dai loro assegni di mantenimento per sopravvivere.

Bella morale, lorsignori.

Molti lettori, non riconoscendosi in questo novero di avvoltoi, si sono risentiti, taluni persino con eccessivo vigore.

A costoro vorrei ricordare che esiste sempre un secondo lato della medaglia e sarebbe un affronto alla mia e loro intelligenza pensare che l'altra metà del cielo sia popolata solo da povere vittime in gonnella. Tutt'altro e anche di questo sono pienamente consapevole.

Molte donne sono così prive di empatia e comprensione che non rinuncerebbero ad un ghello e sarebbero persino disposte a mandare gli ex mariti alla mensa della Caritas senza spillare nemmeno una lacrima di compatimento.

Alcune di esse rifiutano a priori anche soltanto di ascoltare le preoccupazioni espresse dagli ex, alimentate da ciechi risentimenti e pregiudizi di genere. Ed è certamente vero che parliamo di donne che non si fanno mancare niente, arrivando a strumentalizzare i figli con le più odiose modalità.

Alla fine di tutto, il problema vero lo creano gli opposti ed eguali estremismi di uomini e donne che, nei momenti di comune difficoltà, tirano fuori il peggio di sé, una sorta di istinto egoistico di sopravvivenza che limita gli orizzonti visivi al proprio orticello. Pari e patta? Non proprio.

Chi versa un assegno da cui altri dipendono ha – nelle mani – un privilegio unico, quello di poter decidere se e come interrompere questo flusso, sfruttando una posizione di forza che l'altra parte non ha.

E cara ex, io intanto dimezzo o smetto di pagare e poi venite a dirmi qualcosa: già i tempi della giustizia e gli strumenti nelle mani dei creditori sono eccessivamente dilatati, figuriamoci in tempi di lockdown giudiziario.

Un dato è certo: chi avrà subìto concrete e significative falcidie economiche otterrà certamente una modifica delle sue obbligazioni ma lo potrà fare provando fattivamente effetti e prospettive in peggioramento: non basterà lo spot dei due mesi senza lavoro o la riduzione temporanea dello stipendio.

Dall'altra parte anche le ex mogli dovranno prendere atto che i sacrifici non possono non essere condivisi e, se la riduzione apparirà oggettivamente fondata, non potranno far altro che accettarla senza barricate e senza ritorsioni odiose.

Info: https://www.danielamissaglia.com/

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Daniela Missaglia

Avvocato matrimonialista e cassazionista, è specializzata in Diritto di famiglia e in Diritto della persona. Grazie alla sua pluridecennale esperienza è spesso ospite in trasmissioni televisive sulle reti Rai e Mediaset. Per i suoi pareri legali interviene anche su giornali e network radiofonici. Info: https://www.missagliadevellis.com/daniela-missaglia

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