Cassazione: rivoluzione sugli assegni di mantenimento
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Cassazione: rivoluzione sugli assegni di mantenimento

Una sentenza stabilisce che se i figli sono autosufficienti l'assegno va interrotto e restituito quanto versato in più

Nei Paesi Bassi vi è la leggenda, tramandata di generazione in generazione, di un bambino eroe che trascorse tutta la notte con il dito infilato in un buco nella diga dopo essersi accorto che l'acqua del mare filtrava all'interno e che il terrapieno potesse crollare per colpa di quella falla.

Il suo sgolarsi richiamò, infine, i soccorsi e la città fu salva.

Qui non ci sono eroi, non c'è salvezza ma solo giustizia: con l'ordinanza n. 3659/2020 la Suprema Corte ha accolto il ricorso di un padre, al quale la Corte d'Appello di Lecce aveva negato la restituzione degli assegni di mantenimento versati alla ex moglie in favore delle figlie divenute, nel frattempo, autosufficienti e quindi in grado di mantenersi senza più corresponsioni da parte del padre che, attenendosi alle sentenze precedenti, ogni mese 'staccava' loro un assegno.

La Suprema Corte, smentendo le precedenti decisioni, ha stabilito che la pretesa restitutoria del padre fosse fondata a prescindere dai principi, prima sempre invocati, di irripetibilità di quanto versato sulla base di precedenti decisioni giudiziali.

In verità la falla nella diga è precedente, ancorata a decisioni - su casi mediatici e non - di donne condannate a restituire assegni divorzili percepiti prima che i Giudici accertassero che non erano nella condizione di meritarli.

L'illusoria certezza di molti soggetti che, sfruttando le lungaggini della giustizia italiana, incassavano importi di mantenimento per sé o per i figli, pur essendo venute meno la condizioni soggettive del loro versamento, oggi vacilla.

La diga sta per crollare e forse questo avverrà a breve nel momento in cui i Tribunali si adegueranno in via generalizzata a questi principi di giustizia e di equità, prima coperti da interpretazioni rigorose di norme mal formulate.

Ci sono situazioni, nella vita, in cui non esistono 'terre di mezzo' di tolkeniana memoria: non si può essere incinta appena appena.

Se un assegno perde la sua causa originaria, la sua ragione d'essere, quelli percepiti da quel momento in poi non possono essere trattenuti da chi li ha incassati, senza se e senza ma.

E se il percettore se li è spesi? Pazienza.

Troverà il modo di restituirli lo stesso perché per ciò che non è dovuto non vale il motto partenopeo "scurdammuce 'o passato": non funziona, ormai non più.

Info: Avvocati divorzisti Milano

Per richieste: segreteria@danielamissaglia.com

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Daniela Missaglia

Avvocato matrimonialista e cassazionista, è specializzata in Diritto di famiglia e in Diritto della persona. Grazie alla sua pluridecennale esperienza è spesso ospite in trasmissioni televisive sulle reti Rai e Mediaset. Per i suoi pareri legali interviene anche su giornali e network radiofonici. Info: https://www.missagliadevellis.com/daniela-missaglia

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