Croazia: il ballottaggio tra Josipovic e Grabar Kitarovic
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Croazia: il ballottaggio tra Josipovic e Grabar Kitarovic

Ma la vera sorpresa del primo turno, aspettando l'11 gennaio, è il giovane Ivan Vilibor Sincic che ha convogliato il voto di protesta

di Luigi Rossiello per LOOKOUT NEWS

Le elezioni presidenziali croate si decideranno al ballottaggio fissato per il prossimo 11 gennaio. Nessuno dei candidati alla presidenza ha infatti superato il 50% dei voti.

 Secondo i risultati diffusi dalla Commissione elettorale croata (Dip), dopo lo spoglio di quasi la totalità delle schede il presidente uscente Ivo Josipovic sarebbe in testa con il 38,5% dei voti (687.558), mentre la sfidante, l’ex diplomatica Kolinda Grabar Kitarovic, leader dell’HDZ (Unione Democratica Croata) si sarebbe aggiudicata poco più del 37% (665.309) delle preferenze. Il distacco minimo tra i due principali candidati al ruolo di presidente della Repubblica lascia presagire un testa a testa al fotofinish anche per il ballottaggio.

SORPRESA SINCIC, LO TSIPRAS CROATO
Gli altri due pretendenti, Ivan ViliborSincic e Milan Kujundzic, hanno raggiunto rispettivamente il 16,40% e il 6,30 dei suffragi. Il primo, giovane attivista di un’associazione che si batte contro gli sfratti dalle prime case e i poteri forti delle banche, si è stato la vera sorpresa della prima tornata elettorale andando ben oltre i pronostici elaborati prima del voto. Secondo molti analisti politici Sinic, nonostante la giovane età (25 anni), è destinato a ritagliarsi un ruolo di rilievo nella scena politica del Paese. Il candidato di estrema destra e leader di “Alba croata”, Milan Kujundzic, ha invece deluso le aspettative.

 L’affluenza alle urne, nonostante il periodo di festività e l’ondata di maltempo che ha attanagliato il Paese, non è stata così bassa come si temeva e molti dei 3,8 milioni degli aventi diritto hanno partecipato al voto.

 

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Le reazioni dopo il voto
Tra i sostenitori di Josipovic è emersa la delusione per una mancata vittoria al primo turno. L’attuale presidente, a fine mandato, gode del sostegno di ben dieci partiti del centro-sinistra che si erano dichiarati ottimisti per una vittoria immediata. Nel suo entourage qualcuno ha puntato il dito contro gli elettori di Orah, il partito fondato da Mirela Holy dopo la sua uscita dal governo del premier Zoran Milanovic, i quali avrebbero preferito votare per Sincic.

Diametralmente opposta la reazione dei sostenitori della Kitarovic, che hanno subito manifestato la propria soddisfazione per l’ottimo risultato conseguito.

 

Il futuro della Croazia
La Croazia flagellata dalla crisi economica che dura ormai da otto anni è stanca, motivo per cui la vittoria di Josipovic al secondo turno non appare affatto scontata.

 Il presidente uscente propone un programma di riforma della Costituzione come presupposto delle riforme economiche e strutturali. La sfidante Kolinda Grabar Kitarovic propone invece uno stile presidenziale molto più critico verso le politiche del governo e punta anche sulla sua esperienza internazionale: ministro degli Esteri dal 2004 al 2008, poi ambasciatore a Washington, ora segretario aggiunto NATO per la diplomazia pubblica.

La Croazia ha la forte esigenza di cavalcare una reale ripresa economica che si coniughi con una reale coesione sociale. Le priorità sono due: sanare il debito pubblico giunto ormai all’80% e risolvere il disgregante problema della diffusa disoccupazione.

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