Ecco chi è l'uomo che dovrà recuperare la Concordia
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Ecco chi è l'uomo che dovrà recuperare la Concordia

27 anni di esperienza nel settore nautico e dei disastri navali. Il suo nome: Nicholas Sloane. Lunedì, all'alba, il via alle operazioni - il video del recupero - i costi

Si chiama Nicholas Sloane, ha 52 anni, vive a Somerset West, Città del Capo e ha tre figli Nicola e Johnathan di 17 anni e Julia, 10 anni. E’ lui, l’uomo che dovrà ‘risollevare’ nel senso letterale della parola, le sorti della Costa Concordia.
Sloane è il senior salvage master della Titan Micoperi, la società italo-americana che si occupa del progetto di rimozione del relitto, incagliato e adagiato sul fondale de Le Scole, gruppo roccioso davanti all’isola del Giglio, dal 13 gennaio 2012.

Nel corso dei suoi 27 anni di carriera nel settore, il comandante Sloane è intervenuto, nel ruolo di Salvage Master, in numerose operazioni di recupero in diverse parti del Mondo: dal Pakistan all’ Arabia Saudita, dallo Yemen agli Emirati Arabi, dagli Stati Uniti all’ Australia fino a Papua Nuova Guinea, Brasile, Messico, Africa e Hong Kong. “Un lavoro non sempre facile- scrive nel suo curriculum vitae lo stesso comandante- in molti casi  sono stato esposto a un'intensa pressione politica, ambientale e pubblica, per esempio in occasione degli interventi su "AD-19", “Tasman Spirit”, "Jolly Rubino”, “IkanTanda”, “Treasure”, “Sealand Express”, “CP Valour” e “Kota Kado”.”

Ha operato anche sulla Jolly Rubino, imbarcazione della flotta Messina, armatore al quale appartiene anche la Jolly Nero che solo pochi mesi fa ha provocato il crollo della torre piloti nel porto di Genova, uccidendo una decina di persone. Ma si tratta anche dello stesso armatore della Jolly Grigio che un anno prima ha travolto un peschereccio uccidendo due uomini,  ancora oggi dispersi sul fondale antistante l’isola di Ischia.

Il comandante Nick Sloane, nel 2007, è stato nominato Direttore Regionale delle attività africane dell'azienda e dal 2009, è diventato Direttore della Regione Medio Oriente-Africa. Nel 2011 ha fondato la società Sloane Marine Ltd,che si occupa di gestione di incidenti navali e consulenza nel settore petrolifero, con la sede a Mauritius.

Ecco che cosa accadrà lunedì 16 settembre 2013. Queste le fase principali del progetto di parbuckling che saranno coordinate da Sloane:

Fase di disincaglio: ad oggi il relitto poggia attualmente su due speroni di roccia che l’hanno in parte penetrato e dai quali lo scafo deve disincagliarsi. Questa fase inizia da quando si comincia a tirare il relitto a quando la nave effettivamente comincia a ruotare, ossia quando se ne potrà visivamente apprezzare la rotazione. Questa è sicuramente una delle fasi più delicate ed è difficile stimare quanto durerà, poiché l’operazione di disincaglio dovrà essere effettuata in modo lento e con l’applicazione graduale dei carichi.

Fase di rotazione indotta dal tiro dei cavi: la rotazione del relitto proseguirà esercitando una tensione con i martinetti, che gradualmente andrà a diminuire fino a quando le valvole dei cassoni raggiungeranno il livello del mare, permettendo all’acqua di entrare. Ciò avverrà quando il relitto avrà compiuto una ruotazione di circa 20 gradi rispetto alla posizione iniziale.

Fase di rotazione realizzata con lo zavorramento dei cassoni: in questa fase il relitto proseguirà il processo di rotazione fino al raggiungimento della posizione verticale, favorita dall'immissione di acqua nei cassoni. Entrando in acqua i cassoni esercitano prima una spinta frenante, riducendo la velocità di rotazione, poi inizieranno a riempirsi di acqua attraverso delle valvole azionate a distanza. Per garantire ridondanza nei sistemi e quindi maggiore sicurezza nell’esecuzione delle operazioni, in ciascun compartimento di ciascun cassone sono sistemate due valvole di presa mare, una di back up all’altra. Con il peso dell’acqua i cassoni esercitano quindi una spinta verso il basso fino a quando il relitto sarà poggiato sulle sei piattaforme subacquee di acciaio che sono state appositamente posizionate per creare una base stabile per il relitto, ormai in posizione verticale.

Al termine di questa fase, il relitto poggerà sul falso fondale a circa 30 metri di profondità. Ma tutte le operazioni di rimessa in asse del relitto della Costa Concordia, saranno controllate a distanza.Infatti, durante il parbuckling il relitto non sarà presidiato da personale a bordo. Tutte le operazioni saranno guidate a distanza da una “control room”, posizionata su una chiatta nelle immediate vicinanze della prua della Concordia. 

“Per trasmettere tutti i comandi e ricevere segnali da questa posizione remota,   ad esempio attivare i martinetti idraulici, aprire e chiudere le valvole dei cassoni, ricevere informazioni sulla posizione del relitto – spiegano i tecnici- sono stati installati due cordoni ombelicali, ossia cavi che garantiscono il collegamento fra la control room e il relitto”.
Il team che opererà dalla control room è composto da una decina di tecnici, guidati dal comandante Nick Sloane, e avranno tutti diverse specializzazioni: un tecnico dedicato al controllo della zavorra, piloti di ROV, ingegneri specializzati nel funzionamento degli strand jack, un ingegnere informatico e un ingegnere progettista.

Ma come lavoreranno? I tecnici invieranno i comandi remoti a tutti i sistemi e controlleranno l’andamento delle operazioni attraverso 2 file di 4 schermi ciascuno divisibile in 4 mini-schermi. Cinque telecamere con 5 microfoni disposti sul ponte più alto della Concordia, sistemate in corrispondenza delle paratie tagliafuoco, consentiranno di monitorare immagini, suoni e i rumori durante la fase di rotazione, e forniranno agli ingegneri indicazioni utili sull’andamento dell’operazione e sui movimenti del relitto.
“Una duplicazione dei monitor è presente anche nella “Salvage Room” – precisano i tecnici -  gli uffici dislocati a terra, in modo da permettere a tutti gli altri ingegneri e tecnici di seguire le operazioni e fornire quindi assistenza in caso di necessità”.

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Nadia Francalacci