Costa Concordia: il recupero prosegue
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Costa Concordia: il recupero prosegue

Con tre ore di ritardo, causa maltempo, è scattata l'operazione di recupero della nave al largo dell'Isola del Giglio - Il video  - I costi - Chi è l'uomo del "recupero"  - La diretta  - Le foto "ora per ora "

"Abbiamo preso la decisione di avviare l'operazione del raddrizzamento perché tutte le condizioni indispensabili sono state ottemperate”. Maria Sargentini, presidente dell'Osservatorio ambientale per recupero della Costa Concordia, vuole rassicurare il mondo che attraverso gli oltre 400 giornalisti presenti sull’isola, sta seguendo il raddrizzamento del relitto adagiato sulla fiancata di dritta dal 13 gennaio 2012.

“Il collaudo- spiega-  si è concluso, la check-list siglata, le previsioni meteo dicono che le condizioni, nelle prossime ore, sono compatibili con l'operazione. Dunque, si parte”.

Il momento più delicato di tutta l’operazione, che durerà circa 12 ore, sarà quello del disincaglio, ovvero dall’azionamento dei cavi di trazione fino all’attimo un cui lo scafo si staccerà definitivamente dagli scogli sui quali si è adagiato. E questa prima fase, secondo le stime dei tecnici, durerà circa 5 ore.

“Il cambiamento dell'assetto della nave produrrà anche uno sversamento di liquidi dall'interno- precisa Sargentini - ma siamo sufficientemente tranquilli che quanto accadrà sarà contenibile e controllabile sia sotto il profilo della dispersione dei liquidi sia sotto quello della concentrazione degli inquinanti".

E con le sostanze inquinanti anche le suppellettili che sono presenti all’interno ricadranno in mare.

Comunque la Regione Toscana rassicura che tutta l'area di cantiere sarà circondata da una doppia cintura di panne assorbenti, una doppia cintura di panne di altura, panne costiere e panne a chiusura del porto, panne antitorbidita' a protezione della costa e reti di protezione per il contenimento delle eventuali fuoriuscite di materiali dal relitto. Insomma,  il cordone di sicurezza attorno al relitto, per l’operazione di parbuckling, è stato potenziato. Non solo, in porto pronti ad entrare in azione ci sarebbero anche mezzi adeguati per far fronte ad eventi critici e ridurre al minimo gli effetti e i tempi di contaminazione delle  acque.

Ma secondo le analisi effettuate in questi 20 mesi, il ‘mare del Giglio’ godrebbe di ottima salute: "Le analisi indicano che lo stato delle acque dell'Isola del Giglio è buono- sostiene Costa Crociere - in linea con quello delle acque della Toscana, e che non è stato registrato alcun danno rilevante all’ecosistema marino esterno all’area di cantiere”.

In particolare sono state effettuate:

UNIVERSITA’ LA SAPIENZA:10.000 analisi (circa 120 campionamenti su 82 parametri) delle acque interne e esterne;
UNIVERSITA’ LA SAPIENZA (tramite Oceanomare-Delphis): monitoraggio cetacei con circa 500 campagne di avvistamento per un totale di 4.000 km percorsi, circa 300 campionamenti sulle stazioni acustiche, più di 4.000 minuti di registrazioni;
UNIGENOVA: 12.000 analisi (circa 2.000 campionamenti su 6 parametri chimico-fisici) sulle acque esterne, acquisiti con sonda multiparametrica. Più di 1.300.000 dati puntuali acquisiti sullo stato delle correnti, 48 campioni analizzati per flussi di sedimento (6 campioni al mese circa);
ARPAT: circa 19.000 analisi su parametri relativi alle acque esterne.
Tutta l’area dei lavori è inoltre oggetto di rilievi per mezzo di telecamere ROV (Remoted Operated Vehicle) e riprese subacquee fino a 80 metri di profondità.

Anche i cicli di campionamento delle acque interne al relitto non avrebbero destato particolari preoccupazioni, secondo quanto sostenuto dall’armatore. “Come misura di precauzione, al fine di prevenire qualsiasi danno per l’ambiente marino- precisa Costa Crociere -  prima della fase di rotazione della nave sono stati aspirati circa 4.000 metri cubi di acqua, in corrispondenza della zona delle lavanderie e delle cambuse”.  

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Nadia Francalacci