Costa Concordia e i misteri ancora irrisolti
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Costa Concordia e i misteri ancora irrisolti

Dopo quasi tre anni la moldava Cermortan sollecita Schettino a dire tutta la verità su quella notte. Tutti gli aspetti della vicenda ancora da chiarire

E' un nuovo mistero o una nuova trovata mediatica? "Francesco Schettino ti do sei giorni per dire la verità su quello che è successo immediatamente dopo aver dato l'annuncio di abbandono della nave. Solo sei giorni!". L'ultimatum che Domnica Cemortan, la moldava che era in plancia di comando della Costa Concordia nella notte del naufragio al Giglio, lancia dalla sua pagina Facebook al comandante di Meta di Sorrento, riecheggia sui social network perché squarcia un silenzio da parte della donna, durato mesi e mesi, ma inevitabilmente ”rimbombano” anche negli ambienti giudiziari forse incrinando alcune certezze e sollevando altri dubbi assieme a quelli che ancora non sono stati sciolti durante il processo.

A che cosa si riferisce la bionda della Concordia? Quale segreto il comandante della Concordia, costudisce nonostante gli interrogatori degli inquirenti e le udienze processuali? C’è qualcuno che deve proteggere o solamente se stesso?
Forsel “la verità” alla quale fa riferimento la moldava è legata al quel materiale tra cui il computer, che Schettino avrebbe preso dalla sua cabina e dalla cassaforte e di cui si sono perse le tracce appena sbarcato sull’isola del Giglio? Nuovi interrogativi che si sommano a "vecchi misteri" come la presenza nella sede dell’armatore di due ingegneri del Rina la notte del naufragio. 

I due ingegneri
Quale è stato il ruolo di due ingegneri del Rina Spa, durante la notte del naufragio della Costa Concordia? I due impiegati del Rina (Registro navale italiano) alle 22.25 del 13 gennaio 2012, in piena emergenza naufragio, secondo indiscrezioni raccolte da Panorama.it e pubblicate in esclusiva già nell’agosto 2012, sarebbero stati negli uffici della Costa Crociera.
Che cosa stavano facendo? Di che cosa si stavano occupando?

La trascrizione e deposizione presso il tribunale delle conversazioni registrate dalla scatola nera della Concordia del comandante Francesco Schettino con gli ufficiali presenti in plancia, con il maitre Tievoli, con gli ufficiali in sala macchina e Ferrarini dell’Unità di crisi della Costa Crociere, hanno dissipato qualche nebbia. Ma non tutte.
Nessuno, ancora nonostante le udienze processuali pare abbia fatto chiarezza sul ruolo degli ingegneri del Registro Navale Italiano che, proprio secondo quanto dichiarato da Roberto Cazzulo, manager Rina Spa, in un’intervista rilasciata più di due anni fa, in esclusiva, a Panorama.it, non dovrebbero trovarsi nel momento dell’emergenza nei locali della società armatrice.

Cazzulo dichiarò a Panorama.it: “Solitamente veniamo contattati (gli ingegneri del Rina ndr.) alcune ore dopo, quando è stata superata la fase dell'emergenza e ci vengono forniti dall’armatore tutti quei dati tecnici che sono necessari per stabilire l’entità del danno subìto dall’imbarcazione. Esempio: se si è aperta una falla nello scafo, quanti sono i compartimenti allagati, l’inclinazione della nave e altri dati fondamentali che i nostri uffici elaborano per poter calcolare la galleggiabilità della nave stessa”.

Perfetto. Allora perché i due ingegneri si sarebbero trovati nelle stanze di Costa Crociere proprio nelle fasi più delicate dell’emergenza e dell’evacuazione della nave? Hanno suggerito all'Unità di crisi di Costa Crociere che cosa fare? E se sì, che cosa? Gli ingegneri del Rina hanno contatto quella notte i costruttori di Fincantieri? E se sì, che cosa gli avrebbero chiesto? Esempio, il funzionamento delle porte stagno?

Il Rina Spa, contattato nel 2012 da Panorama.it, per cercare di fare chiarezza sul ruolo dei due professionisti quella notte, rispose: “…per noi non è possibile rilasciare commenti in merito a uno specifico incidente, qualora vi siano delle indagini in corso. Per tale ragione non mi è possibile farle intervistare né l'ing. XX, (Panorama.it preferì mantenere l’anonimato in attesa degli sviluppi investigativi ndr.) né altri colleghi circa gli avvenimenti legati direttamente alla vicenda della Costa Concordia”. Dopo quasi tre anni, questo è un aspetto ancora avvolto nella nebbia.

I “non so”, i “non c’ero” e i conflitti di interesse
Nell’interrogatorio avvenuto l’8 marzo 2012 presso il Comando Provinciale dei Carabinieri di Livorno all’ex presidente del Rina, Enrico Gianni Scerni, i magistrati chiesero se era a conoscenza del lavoro effettuato la notte del 13 gennaio dai due ingegneri presso la compagnia di navigazione.
Ma cosa ancor più importante, anzi fondamentale, gli investigatori chiesero all'ex presidente che tipo di rapporti intercorrono tra il Registro Navale Italiano e la sua controllata al 99,9%, Rina Spa, considerando che nel consiglio di amministrazione del Registro Navale Italiano vi sono numerosi clienti dello stesso Rina Spa, ovvero, importanti armatori. Ma soprattutto quali sono le funzioni, considerando che è lo stesso Rina che approva e certifica le navi di proprietà degli stessi armatori. Dunque, questa è oppure no una situazione che paventato un possibile conflitto di interessi quella notte?

Questo “doppio” rapporto tra Registro Navale Italiano e Rina Spa, di cui parlò Panorama.it più di due anni fa ha influito durante l’emergenza della Costa Concordia? E se sì, in che modo? Ci sono delle responsabilità anche nel Rina e nel Rina Spa? Costa Crociere è cliente del Rina Spa ma fa parte anche di quegli armatori che siedono anche nel Consiglio di amministrazione del Registro Navale Italiano? Altro aspetto da “sviscerare” e che potrebbe dare ulteriori chiarimenti su che cosa è accaduto quella notte e sulla tempistica dell’abbandono nave.

Le avarie e la formazione degli ufficiali

Nelle udienze del processo che si svolge a Grosseto stanno emergendo a distanza di quasi 3 anni tutte le avarie che erano presenti a bordo della Costa Concordia quella notte e che Panorama.it aveva già anticipato e pubblicato tra agosto e settembre 2012. Troppe apparecchiature fondamentali in avaria e equipaggi non preparati o senza certificazioni valide per essere imbarcati. Non solo. Panorama.it pubblicò in esclusiva i documenti e le dichiarazioni che quella notte sulla Costa Concordia c’erano tre ufficiali che vantavano una preparazionelow cost.Anche questi aspetti dovranno essere chiariti e sviscerati minuziosamente nelle udienze che ci saranno a Grosseto.


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Nadia Francalacci