Clandestini in Italia tra tigri e elefanti
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Clandestini in Italia tra tigri e elefanti

Un'operazione partita da Palermo ha portato a decine di arresti per un traffico di migranti. Ottenevano falsi permessi di lavoro nei circhi

15 mila euro arrivare nel nostro Paese dall'India, dal Bangladesh e dal Pakistan con le carovane dei circhi tra giocolieri, tigri e elefanti. Mescolati tra tra gli animali, migliaia di migranti erano costretti, a pagare il "pizzo" ad alcuni dipendenti della Regione Sicilia per ottenere una falsa autorizzazione all'assunzione nei circhi. Un fiume di denaro che veniva spedito dai paesi di origine dei migranti in Italia, anticipatamente e a garanzia del pagamento, attraverso il sistema fiduciario di trasferimento internazionale di soldi, ovvero, l’"Hawala". Soldi contanti che finivano direttamente in tasca dei dipendenti corrotti della Regione.

A ricostruire il meccanismo della truffa è stato Rodolfo Ruperti, capo della squadra mobile di Palermo, nell'operazione 'Golden circus' che ha portato all’arresto di decine di persone in tutta Italia.

Uno degli indagati che avrebbe svolto un ruolo fondamentale, è proprio un impiegato della Regione Sicilia. "Una volta ottenuta l'autorizzazione falsa - aggiunge Ruperti - per il nulla osta della Questura l'organizzazione si serviva di timbri falsi". Non a caso ad alcuni componenti dell'organizzazione coinvolti nell'operazione 'Golden circus' sono stati contestati anche i reati di corruzione, falso materiale ed ideologico.

L'inchiesta, durata moltissimi mesi, ha scoperto un vero e proprio business che attraverso l’impiegato della Regione Sicilia e alcuni suoi colleghi, sfruttando proprio la loro posizione, consentivano “solo” dietro lauto compenso l'ingresso illegale in Italia di centinaia di extracomunitari.

Ma nell’operazione Golden Circus, non guadagnavano ovviamente solo i dipendenti della Regione siciliana. Gli impresari del settore circense, per ogni lavoratore straniero 'assunto', riuscivano a mettersi in tasca dai 2 mila ai 3 mila euro, realizzando un 'business' illecito che nel tempo si era tradotto in una sicura fonte di guadagno per un comparto a basso reddito e da tempo in forte crisi.

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Nadia Francalacci