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(Getty Images)
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I clandestini delinquenti della Stazione Centrale di Milano sono intoccabili

Sono conosciuti alle forze dell'ordine; sono stati identificati; hanno decine di fogli di via ma dopo aver lasciato la Questura tornano in Stazione. A delinquere

Lo stupro della settimana scorsa in uno degli ascensori ai danni di una turista rimasta in balia per ore del suo aguzzino, clandestino, irregolare, riaccende le luci sulla totale mancanza di sicurezza alla Stazione Centrale di Milano.

«C’è voluto uno stupro per far aprire le porte del carcere a questo soggetto che era già stato due volte denunciato nell’arco di pochi mesi. Purtroppo ancora una volta è evidente che il sistema ha delle falle e che non riesce a difendere i cittadini da soggetti irregolari che commettono reati violenti in modo continuativo, senza che vengano espulsi».

Un commento quello di Domenico Pianese del sindacato di polizia Coisp sugli arresti nelle stazioni di immigrati clandestini,che lascia trasparire tutta l’impotenza delle forze dell’ordine davanti ad un sistema inefficace che il più delle volte non riesce a contrastare chi continua a delinquere indisturbato. Un fatto su cui il ministro dell’interno Matteo Piantedosi ha deciso di intervenire lanciando un piano sicurezza che prevede maggiori espulsioni e il rafforzamento dei controlli nelle città più problematiche.

Negli ultimi mesi davanti alla stazione di Milano sono state effettuate diverse operazioni in cui sono stati identificati decine di clandestini. Che però tornano poco dopo al loro posto. Come mai?

«Un soggetto irregolare sul territorio non ha documenti e il più delle volte non riusciamo a procedere con la sua identificazione. Cosi anche se è stato fermato in stazione per aver commesso un reato dopo essere stato denunciato a piede libero, esce dai nostri uffici con il foglia di via e riprende a fare quello che faceva prima o anche peggio, perché non ha nulla da perdere».

Non vengono arrestati?

«No, restano in attesa di un processo che si celebrerà magari tra qualche anno a cui non si presenteranno costando migliaia di euro alla giustizia italiana. Il sistema giudiziario nel nostro Paese non è adeguato alle battaglie che dobbiamo combattere contro questo tipo di criminalità perchè le carceri sono stracolme e quindi si tende ad adottare sistemi di pena alternativi. Basti pensare al poliziotto e al cittadino accoltellati a Palermo dal parcheggiatore abusivo ivoriano che aveva già precedenti penali ed era irregolare ma libero di tentare di uccidere qualcuno su un territorio da dove doveva essere espulso».

Ma i soggetti irregolari oltre a non essere espulsi ne arrestati, addirittura in molti casi non sarebbero controllati, come ci spiega un poliziotto di Milano che ci ha contattato ma preferisce restare anonimo

«I dati sui controlli nelle stazioni possono sembrare cospicui e consolatori ma in realtà sono solo fumo. Io sono un operatore di polizia e lavoro in una stazione ferroviaria importante di Milano. Le nostre dirigenze ci impongono quotidianamente di fare un determinato target numerico di controlli, questo porta sistematicamente gli operatori a controllare nella stragrande maggioranza dei casi persone che non hanno alcunché di sospetto, persone perbene, questo per il semplice fatto di portare a casa numeri alti tanto pretesi dai capi che a loro volta usano per fare bella figura con la politica. Sulla mia esperienza posso dirle che su 100 persone controllate solo 4-5 hanno precedenti di polizia. Questa cosa personalmente mi rammarica non poco».

Non controllate le persone sospette?

«Le persone sospette come gli immigrati clandestini sono già state controllate ma sono lì nonostante il foglio di via. A Milano centrale dove la presenza di agenti è più numerosa rispetto ad altre stazioni, gli agenti si avvicinano ad alcuni viaggiatori e fanno un controllo con un apposito smartphone con app dedicata ai controlli, che a noi serve per “fare i nominativi”. Le dirigenze pretendono ad esempio 50 nominativi a pattuglia.Questo porta sistematicamente gli operatori a concentrare le proprie energie in attività superflue e che non hanno nulla a che vedere con il vero controllo del territorio. In pratica la polizia controlla prevalentemente la brava gente per portare il quantitativo di numeri desiderato, mentre i soggetti poco raccomandabili che invece andrebbero fermati vengono molto spesso ignorati perché sono irregolari ed è inutile che vengano portati in commissariato perché tanto dopo qualche ora tornano di nuovo in stazione».

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Linda Di Benedetto