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Città: quelle africane raddoppieranno gli abitanti entro il 2050

Mancano infrastrutture adeguate e si rischia il collasso, soprattutto nei centri di medie dimensioni: oltre 100 città supereranno il milione di abitanti nel 2025

Le città salveranno l'Africa, o la distruggeranno. Nessuna parte del pianeta si sta urbanizzando più velocemente dell'Africa Sub-Sahariana. Si prevede che la popolazione del continente, che ha raggiunto quota 1,1 miliardi di abitanti, raddoppierà entro il 2050. Oltre l'80% di questa crescita avverrà nelle città, e in particolare nelle baraccopoli che le circondano.

Le implicazioni di questa crescita così ingente sono difficili da immaginare. E la velocità alla quale sta avvenendo è di per sé impressionante. Basta pensare che Lagos - già la più grande città dell'Africa - secondo le previsioni aumenterà la propria popolazione di ben 77 persone ogni ora tra oggi e il 2030. La città più popolosa della Nigeria, e di tutta l'Africa, conta già oggi 21 milioni di abitanti, ma è una cifra solo stimata perché molti di loro vivono in bidonville nelle quali una conta precisa della popolazione è molto difficile.

Crescono le città medie

In Africa al momento solo Lagos, Il Cairo e Kinshasa superano i 10 milioni di abitanti. Nei prossimi anni qualche altra città africana potrebbe aggiungersi alla lista, ma la vera crescita si avrà nei centri di dimensioni piccole e medie. Le proiezioni dicono che già entro il 2025 ci saranno 100 città africane che supereranno il milione di abitanti. Qualche esempio di crescita smodata?

Considerato che il ritmo di crescita medio della popolazione a livello globale è dell'1,84% l'anno, fa una certa impressione pensare che la popolazione di Antananarivo, capitale del Madagascar, cresce al ritmo del 5% l'anno, gli abitanti di Abuja e Port Harcourt, altre due città della Nigeria, aumentano rispettivamente del 6,2% e 5,1%, Ougadougo, capitale del Burkina Faso, ha un tasso di crescita del 7,2% e infine Mbouda, in Camerun, è la città dove la popolazione aumenta più rapidamente, sfiorando l'8% di abitanti in più l'anno.

A rischio fragilità

Di recente l'Istituto Igarapé (una think tank brasiliana), in collaborazione con il World Economic Forum e la Banca Mondiale, ha stilato una classifica delle città del mondo mettendole in ordine di fragilità. La fragilità si verifica quando le autorità cittadine non sono in grado di fornire servizi di base ai cittadini. L'intensità della fragilità è condizionata da una sommatoria di rischi. E alcuni rischi - il ritmo di urbanizzazione, reddito e disuguaglianza sociale, disoccupazione giovanile, violenza omicida e criminale, scarso accesso ai servizi chiave ed esposizione alle minacce climatiche - sono più gravi di altri.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, le città più fragili non si trovano solo nei paesi poveri. Nemmeno metropoli del mondo ricco come Amsterdam, Londra, New York, Tokyo e Parigi sono immuni da pericoli. Un altro falso mito è che le città più fragili siano necessariamente quelle più popolate. In realtà in alcuni casi è così, ma il lavoro fatto mette in evidenza che a rischiare di più sono le città di dimensioni piccole e medie quando la loro popolazione cresce molto velocemente. Proprio quello che sta succedendo in tante città africane. La soglia di crescita oltre la quale occorre cominciare a preoccuparsi è del 3,5-4% all'anno. Come abbiamo visto in molte città africane questa viene superata e di parecchio.

Investire nel futuro

Il 75% della popolazione mondiale vivrà in città entro il 2050, oggi ci vive il 54%. Quindi la popolazione urbana è destinata a passare in poco più di 30 anni da 4 a 6 miliardi di persone. In Africa la nuova popolazione urbana che si aggiungerà a quella già esistente dovrà affrontare alcune importanti criticità. Prime tra tutte la mancanza di infrastrutture e trasporti e lo stress climatico (l'approvvigionamento d'acqua è già un problema in diverse città e vi è stata una crisi idrica molto seria a Cape Town).

Gli analisti ritengono che ciò di cui l'Africa ha maggiormente bisogno siano investimenti, soprattutto privati, per adeguare le infrastrutture alla sfida dell'urbanizzazione rampante attesa nei prossimi anni. L'investimento di capitali totale in Africa tra il 1980 e il 2011 ha raggiunto in media solo il 20% del PIL (rispetto al 40% del PIL nel caso dell'Asia orientale durante un periodo di rapida urbanizzazione). Secondo Robert Muggah dell'Istituto Igarapé, chiudere il divario tra gli investimenti fatti e quelli necessari potrebbe far aumentare la crescita del PIL pro capite del 2,6% all'anno.

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Marta Buonadonna