Carrai, Renzi, la casa, l'affitto e l'inchiesta
ANSA/ MAURIZIO DEGL'INNOCENTI
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Carrai, Renzi, la casa, l'affitto e l'inchiesta

A Firenze (sottovoce) non si parla d'altro, dell'amico di Renzi, l'attico e le mille poltrone occupate (di cui si occupa adesso la Magistratura)  - Chi è Marco Carrai

Lo scoop di Libero, datato 11 marzo, sull’ultima casa fiorentina di Matteo Renzi. I contratti d’affitto mostrati dal legittimo affittuario, Marco Carrai, soltanto 7 giorni dopo. Nel mezzo, il silenzio quasi totale della stampa nazionale su un caso potenzialmente assai nocivo per il presidente del Consiglio. A Firenze se ne parla quasi sottovoce. In Palazzo Vecchio chi ha Libero nella mazzetta dei giornali lo nasconde sotto gli altri quotidiani, peggio di come si faceva da ragazzi con certe riviste. L’inchiesta ha infatti puntato i riflettori sul centralissimo appartamento in via degli Alfani 8, dove l’ex sindaco aveva spostato la propria residenza dal 14 marzo 2011 al 22 gennaio 2014. Un pied-à-terre utilizzato da Renzi, probabilmente, per ridurre gli spostamenti tra l’ufficio e la casa ufficiale di Pontassieve. Ma chi pagava l’affitto? Marco Carrai, vecchio amico del rottamatore e suo uomo di fiducia (leggi il suo ritratto ). C’è voluta una settimana per vedere i contratti. Troppo tempo per un premier che chiede al Paese velocità e che invoca trasparenza, ma poi tarda ad applicarla anche al sito del governo.

Proprio nel periodo della residenza renziana a Firenze, infatti, Carrai è amministratore delegato in quota Monte dei Paschi della Aeroporto di Firenze spa, la società comunale che gestisce lo scalo. Non solo. Nel 2011, per la fornitura delle audioguide dei siti espositivi comunali, la Muse (l’associazione dei musei comunali) si affida alla ditta C&T Crossmedia. Chi è il comproprietario della C&T? Lo stesso Carrai, che ne diventa presidente nel 2013.

Sembra il più classico dei conflitti di interessi. Ma Carrai, minacciando querele, svela nella lettera a Libero di essere lui a pagare l’affitto: «L’ospitalità che ho dato a Matteo Renzi, amico da anni, gli ha consentito di mantenere appoggio e residenza a Firenze durante la sua funzione di sindaco». Mentre sulle audioguide, stizzito, replica al giornale: «È tutto regolare e se non c’è reato non c’è niente di male. Dov’è il conflitto di interessi? Ho diritto come gli altri a fare impresa».

Anche La Repubblica ospita una nota dell’ufficio stampa del premier: «Nel periodo in cui è stato sindaco, Renzi ha avuto prima un appartamento in affitto. Non riuscendo poi a mantenerne il costo, quando dormiva a Firenze stava a casa di un amico». Stop. Nient’altro.

La polemica non si placa, né a Firenze né sulla Rete, sulla quale il 17 marzo Beppe Grillo lancia un hashtag su Twitter, che subito diventa popolarissimo: #Renzie-Rispondi. Grillo nel suo blog chiede al premier: «Perché Carrai ti pagava la casa?». E aggiunge: «Appare evidente che il caso solleciti interrogativi (...). Ciò nonostante nessun cronista pare davvero interessato a saperne di più. Anzi, gli articoli di Libero sono accolti dai colleghi con stupore e perfino con un certo fastidio».

E qui il silenzio, come certi misteri, s’infittisce. Perché, contrariamente a quanto da tempo accade per ogni altro scritto polemico di Grillo, sui quotidiani dell’indomani il suo blog pare improvvisamente oscurato. Nessuno si accorge nemmeno del suo tweet: sui giornali tutto viene tenuto nascosto. Perché?

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Giorgio Sturlese Tosi

Giornalista. Fiorentino trapiantato a Milano, studi in Giurisprudenza, ex  poliziotto, ex pugile dilettante. Ho collaborato con varie testate (Panorama,  Mediaset, L'Espresso, QN) e scritto due libri per la Rizzoli ("Una vita da  infiltrato" e "In difesa della giustizia", con Piero Luigi Vigna). Nel 2006 mi  hanno assegnato il Premio cronista dell'anno.

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