Cancellata l'asta per le lettere di Gandhi
News

Cancellata l'asta per le lettere di Gandhi

Sotheby's sperava di guadagnare 750mila euro. Il governo indiano ne ha offerti 900mila. Per impossessarsi di documenti che avrebbero potuto infangare la memoria del Mahatma

Dopo il successo delle aste precedenti, avrebbe dovuto aprirsi oggi l'ennesima vendita di oggetti appartenuti al Mahatma Gandhi. Memorie preziosissime che non conoscono crisi. Tant'é che Sotheby's puntava a raccogliere oltre 750mila euro. E invece ne ha ottenuti 900mila senza dover neppure organizzare il grande evento. Perché New Delhi, per impossessarsi di documenti che avrebbero potuto infangare la memoria del Mahatma, ha deciso di acquistarli in blocco.

Oggi Sotheby's avrebbe dovuto vendere ai migliori offerenti un patrimonio molto importante: una collezione di migliaia di lettere, documenti e fotografie riguardanti il Mahatma Gandhi, fino a ieri di proprietà di un suo carissimo amico, Hermann Kallenbach, ginnasta ebreo di nazionalità tedesca che lo conobbe a Johannesburg nel 1904, dove il leader della non violenza rimase fino al 1915, anno in cui decise di ritornare in India. Una raccolta di lettere scambiate con familiari, amici e collaboratori certamente fondamentale per arricchire di dettagli la biografia di uno dei personaggi chiave della storia dell'India contemporanea.

Molti appassionati di gossip sarebbero stati disposti a pagare cifre da capogiro pur di entrare in possesso della corrispondenza scambiata tra Kallenbach e il Mahatma. Anche perché i due sono stati da più studiosi "accusati" di essere amanti. Eppure, come ha precisato il vice direttore di Sotheby's, questi lunghi scritti si limitano a mettere in luce un rapporto importante tra i due uomini, fondato sul loro comune credo politico, spirituale e filosofico, e non lasciano nessun appiglio per confermare che fossero legati da un sentimento di tipo diverso. Un dettaglio che ha sicuramente spinto il governo indiano a intervenire per evitare che nuovi preziosi cimeli rimanessero in mano agli stranieri e, non meno importante, che la memoria e l'onore del padre fondatore dell'India "libera" venissero infangati da rivelazioni false e denigratorie.

Del resto, in tutte le aste precedenti è successa più o meno la stessa cosa. A marzo 2009 i sandali in pelle, gli occhiali di metallo dalla montatura rotonda, l'orologio da tasca, una ciotola e un piatto appartenuti all'icona mondiale della non violenza sono stati messi all'asta da Antiquorum a New York nell'intento di ricavarne almeno 60mila euro, puntando sulla preziosità di oggetti unici. Inizialmente senza considerare il fatto che la vendita dei cimeli del Mahatma non avrebbe potuto non innescare un grosso scandalo in un paese interessato fare di tutto per "togliere dalle mani dello straniero" reliquie preziosissime "che fanno parte della Storia della Nazione". E alla fine fu infatti l'imprenditore indiano Vijay Mallya ad acquistarle tutte per un milione e mezzo di euro.

Lo stesso è capitato ad aprile 2012. Quando la casa d'aste Mullok ha messo in vendita un mix di terriccio e paglia macchiati del sangue di Gandhi, apparentmente provenienti dal luogo dell'assassinio, e altri cimeli. Tra cui un paio di occhiali, un libro di preghiere e un charka, la ruota per filare il cotone. Oggetti venduti, rispettivamente, a 12.200, 41mila, 13mila e 32mila euro. Ad un cliente che ha partecipato all'asta per telefono chiedendo di matenere l'anonimato.

I più letti

avatar-icon

Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

Read More