Tonali al Milan e la "minaccia" di Cellino
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Calciomercato

Tonali al Milan e la "minaccia" di Cellino

Il centrocampista del Brescia, opzionato dall'Inter mesi fa, sarà rossonero. Anche per merito del presidente che ha messo fretta a tutti

O vai al Milan, o vieni in serie B. Magari non saranno state queste le esatte parole ma il concetto di sicuro si. Sandro Tonali sarà un giocatore del Milan anche grazie alle pressioni, chiamiamole così, del suo presidente.

Una vicenda di mercato uguale a tante altre che va ricostruita fin dall'inizio.

Sandro Tonali da mesi aveva infatti un accordo con l'Inter a due milioni e mezzo più bonus a stagione per la gioia del giovane centrocampista che sognava già la Champions League.

I nerazzurri però dovevano trovare l'accordo con il Brescia. Dagli iniziali 50 milioni richiesti dal presidente del Brescia ecco che si è arrivati a 30, valutazione adeguata per tutti. Si trattava solo di chiudere.

È a questo punto che l'Inter ha cominciato a prendere tempo, a rinviare, a traccheggiare. Atteggiamento che ha innervosito Cellino che invece ha fretta di incassare per fare il mercato del suo Brescia con grosse ambizioni di ritorno in serie A. Così ecco la chiamata al Milan.

Maldini ed i suoi si sono inseriti con un'offerta superiore a quella nerazzurra. A quel punto Cellino, felicissimo per l'asta tra le milanesi, ha messo fretta ai nerazzurri che a quel punto hanno fatto un passo indietro per questioni economiche (Suning vuole prima vendere a centrocampo dove gli esuberi non mancano: Gagliardini, Vecino, Joao Mario, Nainggolan) e tecniche (meglio Vidal a costo zero che un giovane a 30 milioni).

Ad accelerare le cose appunto la "minaccia" di Cellino al giocatore: o trovi l'accordo con il Milan e ci vai subito o ti resti in serie B. E ben conoscendo il carattere dell'uomo, da non sfidare nel braccio di ferro, i procuratori del giocatore si sono subito mossi. A quel punto Tonali ha avviato la trattativa con i rossoneri chiudendo alle stesse cifre promesse dall'Inter. Per la gioia del popolo rossonero.

Ma non ditelo a Conte...

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