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Il caso Superlega arriva alla Corte di Giustizia europea: cosa succede?

Il Tribunale di Madrid prosegue la crociata contro Fifa e Uefa. Cosa dicono le norme sulla concorrenza e perché un giudizio fuori dai confini dello sport potrebbe ridisegnare i format - ADESSO RIFORMATE IL CALCIO

La questione della Superlega arriva davanti alla Corte di Giustizia europea allargando i confini di uno scontro ancora lontano da una soluzione. Mentre la Uefa va avanti nel muro contro muro, aprendo un processo sportivo contro Juventus, Real Madrid e Barcellona colpevoli di non aver ancora abiurato il progetto di un super campionato privato, il Tribunale Commerciale di Madrid numero 17 ha deciso di portare la vicenda, con tutti i suoi interrogativi, davanti alla corte in Lussemburgo. E' la mossa che rischia di sparigliare le carte perché fa uscire la questione Superlega dai confini dello sport e la pone con forza sul tavolo di un'istituzione che ha potere assoluto sulle regole del mercato interno all'Unione. Anche su quelle del calcio, sulla sua storia e sulle sue istituzioni.

Il nodo sollevato dalla pronuncia pregiudiziale richiesta dal Tribunale di Madrid è semplice quanto complesso: Uefa e Fifa hanno una posizione dominante e ne fanno abuso? Violano le norme sulla libera concorrenza all'interno dell'Unione? Hanno eventualmente il potere di continuare a farlo oppure devono rimettersi, come ogni altro settore economico, alle regole generali con la conseguenza di perdere per sempre il monopolio sull'organizzazione delle competizioni calcistiche garantito fin qui dai rispettivi statuti?

E' il cuore del problema, già al centro della sentenza del Tribunale di Madrid che ha accompagnato la nascita (poi abortita) della Superlega. La tesi sostenuta dal giudice spagnolo è che Uefa e Fifa non rispettino gli articoli 101 e 102 del Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea, quelli che si occupano della libera concorrenza. In particolare, non rispetterebbero il divieto di accordi tra imprese e associazioni che impediscono il restringimento della concorrenza (articolo 101) e godrebbero di una posizione dominante, sfruttandola per ostacolare la nascita di altre attività nello stesso campo, facendo un'azione considerata incompatibile con le regole del mercato interno e, dunque, vietata (articolo 102).

L'apertura del processo sportivo contro Juventus, Real Madrid e Barcellona e le sanzioni imposte ai club che hanno deciso di fare un passo indietro ne sarebbero la prova. La Uefa rivestirebbe contemporaneamente i ruoli di organizzatrice delle competizioni in regime di monopolio, promotrice commerciale delle stesse obbligando chi vi partecipa a cedere i propri diritti commerciali e regolatrice con potere sanzionatorio. Un potere utilizzato, nel caso della Superlega, per minacciare l'estromissione dalle stesse competizioni e dai campionati nazionali come misura estrema per fermare i 'ribelli'.

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Giovanni Capuano