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Ansa
Calcio

Napoli, uno scudetto senza avversari

La squadra di Spalletti domina e si avvia al titolo (meritato). Ma il campionato è senza storia perché nessuna delle avversarie sta rendendo almeno a sufficienza. E c'è una statistica che lo dimostra impietosamente...

Jose Mourinho è stato il primo a rompere il velo di ipocrisia facendo i complimenti al Napoli per uno scudetto vinto, con pieno merito, nel cuore dell'inverno. Roba da gesti scaramantici che non sono mancati sotto il Vesuvio, accompagnati però dalla consapevolezza che questa è una stagione irripetibile e che ben difficilmente il volo dei partenopei si potrà interrompere da qui a giugno: troppo bella la squadra di Spalletti, tutto perfetto dentro e intorno al progetto voluto da De Laurentiis e costruito da Giuntoli. E troppo discontinua, imperfetta e a tratti mediocre la stagione delle altre presunte pretendenti al trono.

C'è un dato che lo certifica in maniera inequivocabile. I 40 punti dell'Inter alla 20° giornata sono per distacco la peggiore performance di una seconda classificata a questo punto del campionato: erano 47 per il Napoli 2018/2019 e la stessa Inter 2019/2020 (sempre alle spalle della Juventus), 45 del Milan un anno fa prima del sorpasso scudetto e 44 dell'Inter poi campione d'Italia nel 2020/2021. E' vero che il cammino del Napoli è da record, anche se la Juventus di Allegri nell'inverno 2019 viaggiava a ritmo più spedito, ma a scavare il solco che rende blindato il titolo partenopeo è anche e soprattutto l'incapacità di quelle dietro di esprimere un minimo di continuità nel loro rendimento.

Onore al Napoli, dunque. Osimhen è un attaccante che devasta le difese avversarie e solo ora si comprende quanto sia mancato prima a Gattuso e allo stesso Spalletti. Kvaratschelia è il giocatore che più di tutti spacca le partite in Serie A, Kim un muro in difesa, Lobotka un fenomeno che gli azzurri hanno saputo aspettare e costruire con pazienza. Il Napoli gioca così bene che in un'annata in cui anche in Europa non si vede con nettezza una squadra dominante, è possibile fare sogni proibiti pure in Champions League.

Non c'è un indicatore che non premi il lavoro di Spalletti: primo per gol fatti (48) e subiti (15), possesso palla (33'38'' a gara), tiri (339), assist (39), secondo per pali colpiti (10) e terzo per corner calciati (107). Unico mentre le altre si sono via via sciolte come neve al sole nella loro inconsistenza. I numeri che fotografano la superiorità del Napoli restituiscono anche l'immagine contraria. Il Milan campione d'Italia crollato a gennaio ha oggi solo la 13° difesa del campionato e fa di poco meglio dell'Inter (10°) che è, però, messa malissimo in trasferta e che ha già incassato 6 sconfitte. L'Atalanta ha vissuto il suo black out tra ottobre e novembre (un punto in 4 partite), la Juventus è scattata ad handicap (13 punti dopo le prime 9 giornate) al netto delle questioni societarie poi sopravvenute. Roma e Lazio hanno dilapidato qua e là chance di essere competitive oltre la corsa Champions League.

Indicatori di debolezze enormi che fanno da moltiplicatore alla stagione entusiasmante di Osimhen e compagni. Sottolinearle non toglie nulla ai meriti del Napoli. Che ci siano state ha tolto, invece, ogni minimo pathos a un campionato soffocato subito dopo Natale proprio quando la caduta della capolista a San Siro sembrava aver riacceso la corsa. Gode Napoli, gli altri si accontentano di sprintare per il quarto posto: non il massimo per lo spettacolo generale della nostra Serie A.

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Giovanni Capuano