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Calcio

Milan, il valore di Leao

La difficile trattativa per il rinnovo vive tra alti e bassi. Ora l'idea è reinvestire sul portoghese quanto guadagnato nel cammino in Champions League, ma i numeri del campo fotografano un talento ancora inespresso

Come un'eterna tela di Penelope, la trattativa per il rinnovo del contratto di Leao con il Milan si fa e si disfa in continuazione da mesi. L'unica certezza è la data di scadenza: 30 giugno 2024. Tutto il resto è avvolto nelle nebbie che circondano questa e tante altre storie del calciomercato mondiale con abitudini e pratiche difficilmente esportabili al di fuori del mondo del pallone. Nell'altalena di sensazioni, dunque, capita anche che il passaggio ai quarti di finale della Champions League che vale ai rossoneri un extra bonus di una ventina di milioni di euro (tra premio e stadio) possa diventare la leva per cui i dirigenti dell'area sportiva si sentano autorizzati a bussare alla porta del variegato entourage del portoghese per rilanciare.

Quasi un trasferimento diretto tra ricavi e spese. Poco importa che il Milan non abbia certezza di replicare o migliorare le stesse performance in futuro, mentre un eventuale accordo fino al 2028 alle cifre richieste da Leao certamente impegnerebbe a investire 80 milioni di euro su di lui. Una sorta di scommessa al buio su un ragazzo il cui talento è evidente al pari della discontinuità. E dell'incapacità dimostrata fin qui di emergere su palcoscenici internazionali al pari di quanto fatto nei mesi scintillanti della volata scudetto della scorsa primavera.

Quanto vale Leao davvero? Essendo un ragazzo del '99 fa ancora parte della categoria 'giovani' per i quali ragionare in termini di investimento su una possibile esplosione ad altissimo livello. La finestra, però, sta per chiudersi in un panorama che sforna potenziali top player a ritmo serrato. E i numeri fin qui non sono di sostegno perché fotografano un attaccante che fuori dall'Italia e dalla Serie A non è riuscito a lasciare il segno con continuità.

Epa

Quella di Londra è stata la sua 12° presenza in Champions League e fin qui le ha puntellate con soli 2 gol (contro l'Atletico Madrid e a Zagabria in casa della Dinamo) distribuiti in 945 minuti: uno ogni 473'. Poco per un calciatore quasi unicamente offensivo nei suoi compiti. In Europa League è andata anche peggio: 9 partite e una rete in 384 minuti. Totale: 3 gol in 21 presenze, uno ogni 443'. Nemmeno con la maglia del Portogallo ha cambiato passo: solo tre volte titolare nelle 16 presenze e un paio di centri tutti concentrati nel Mondiale del Qatar che doveva essere quello della consacrazione e che si è risolto in un bilancio da comprimario con 83' in campo, sempre partendo dalla panchina. Anche in presenza della crisi di Cristiano Ronaldo che poteva aprirgli una strada sulla fascia sinistra.

I numeri non sono tutto, ovviamente. Gli occhi dicono che Leao ha mezzi tecnici e fisici per essere perfetto come calciatore del terzo millennio e, dunque, non sorprende che in tutte le finestre di mercato i cellulari di Maldini e Massara siano più volte suonati per chiedere informazioni. Ma il Leao di campo vale oltre 100 milioni di valutazione? E i circa 80 che il Milan dovrebbe investire da qui al 2028 per garantirli un contratto da 7,5 netti più bonus e più contributo alla firma, quello che stando alle ricostruzioni giornalistiche della tela di penelope dovrebbe rappresentare la richiesta definitiva dell'entourage del portoghese?

Non c'è risposta certa e definitiva, quella la darà il mercato. C'è, però, una sensazione netta e cioè che il valore di Leao oggi sia quasi più il prodotto della strategia di chi (troppi) lo rappresenta che di quanto ha restituito fin qui al Milan che su di lui ha scommesso 30 milioni di euro nel 2019 prelevandolo dal Lille e coltivandone il talento acerbo. Anche in questa stagione in cui i bagliori della scorsa primavera si sono visti solo a intermittenza, se non ci si vuole far tradire dai numeri affidandosi anche a quanto restituisce il campo. Che di mezzo ci sia la storia della multa da pagare per la fuga dallo Sporting Lisbona, che non si capisce perché debba diventare problema del Milan, o la vicenda delle firme multiple sui mandati a trattare tra avvocati, amici di famiglia e procuratori affermati è solo una delle tante distorsioni di questo mercato in cui le società sono sempre più indifese al cospetto delle strategie degli altri protagonisti.

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Giovanni Capuano