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Ansa
Calcio

L'Inter, le chance sprecate e la parabola di Lautaro Martinez

L'argentino fatica senza Lukaku, segna col contagocce e soprattutto in Europa non fa la differenza: ha l'età dalla sua parte, ma a Inzaghi serve che si sblocchi in fretta

Nell'Inter castigata dal Liverpool dopo una partite coraggiosa, come in quella battuta di rimonta dal Milan nel derby o costretta a pareggio al 90' dalla Juventus sia in campionato che in Supercoppa, c'è un tratto comune. Rappresenta il vero punto dolente della stagione della squadra che Inzaghi e ricostruito dopo le partenze di Conte, Lukaku e Hakimi e l'addio forzato ad Eriksen: la fatica di fare gol, chiudere le sfide nei momenti, non rari, di dominio del gioco. Evitare di esporsi alla beffa come successo con gli inglesi in Champions League e prima ancora nella stracittadina che ha riaperto la corsa scudetto.

Può sembrare un paradosso per il miglior attacco del campionato (+3 sulla Lazio e +5 sul Milan con una partita in meno), eppure anche i numeri confermano questa tendenza e la legano al nome di chi - Lautaro Martinez - nei mesi scorsi è diventato uno dei simboli dell'investimento compiuto dalla proprietà e dalla dirigenza sul futuro. Il rinnovo di contratto da 6 milioni netti a stagione fino al 2026 ha reso l'argentino uno dei giocatori più pagati della rosa investendolo di un ruolo centrale fin lì meritato sul campo. La resa non è stata, però, pari alle attese e la difficoltà a trovare la porta in questo inverno rischia di complicare la corsa di Inzaghi verso gli obiettivi dichiarati, scudetto in primis.

L'ultimo gol in campionato del Toro data 17 dicembre in trasferta sul campo della Salernitana, partita vinta di goleada. Poi c'è stata la rete nella Supercoppa di San Siro contro la Juventus su calcio di rigore ma per il resto nulla, in settimane di confronti ad alto livello sfociati nel ritorno della Champions League. Scena muta con Lazio, Atalanta, Milan e Napoli. Lautaro Martinez che con Lukaku formava una coppia inarrestabile è svanito. In parte non si è accesa la scintilla con Dzeko, partner diverso dal belga, e in parte sta deludendo l'argentino di cui si segnalano anche i frequenti brontolii quando il tecnico lo richiama in panchina per far posto a Sanchez. Scene che celano male un certo disagio.

Ma è soprattutto a livello internazionale che qualche dubbio viene, leggendo i numeri. Lautaro Martinez ha segnato un gol nelle ultime 13 partite giocate in Champions League (919 minuti in campo) e complessivamente 6 nelle 19 presenze dal 2019 a oggi). Una frequenza di una marcatura ogni 240' disputati che raddoppia le sue abitudini in campionato, dove nello stesso lasso di tempo ha trovato la via delle rete 42 volte in 95 partite con la media rispettabile di una ogni 152'. Va meglio con la maglia dell'Argentina, 10 gol in 20 gettoni tra Copa America e qualificazioni mondiali, ma con l'Inter il peso della sua assenza comincia a sentirsi.

Qual è il vero Lautaro? Quello esplosivo del 2019, bagnato da reti e applausi contro Barcellona, Borussia Dortmund e Slavia Praga oltre alla doppietta nella semifinale di Europa League contro lo Shakhtar Donetsk, o quello di oggi? Su questa domanda l'Inter si gioca parte del futuro di una stagione che può regalare grandi soddisfazioni al netto della Champions, compromessa dal ko di San Siro.

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Giovanni Capuano