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Calcio

Calvarese, il Var e la stagione disastrosa degli arbitri

In Juventus-Inter un fischio da 80 milioni di euro in mezzo a mille errori. Il ruolo della tecnologia e il bilancio (negativo) per chi è responsabile dei direttori di gara

Il fischio sciagurato di Calvarese, autore nel derby d'Italia di una delle prestazioni più disastrose che si ricordi a livello arbitrale, ha consegnato agli archivi un finale di campionato al veleno. Quanto sposta il rigore concesso a Cuadrado e che non c'era, coronamento di una partita devastata dall'arbitraggio ai limiti del surreale del fischietto di Teramo? Solo gli ultimi novanta minuti della stagione potranno certificarlo, una volta che sarà chiaro chi tra Juventus e Milan (con l'aggiunta del Napoli) avrà strappato l'agognato pass per la Champions League e chi, invece, si dovrà accontentare dell'Europa di riserva.

Intanto i fatti dicono che senza quel rigore farlocco il Milan sarebbe qualificato aritmeticamente, anche al netto del pareggio a San Siro contro il Cagliari. Sintesi brutale e che non dice tutto del disastro arbitrale che ha accompagnato, come su un piano inclinato, la stagione della Serie A. Sempre peggio, dall'inizio in cui il Var non interveniva mai al finale in cui si è passati direttamente alla moviola in campo, sdoganata da un'intervista del designatore Rizzoli al Corriere dello Sport in piena volata europea e salvezza. In pratica si è giocato quasi con due regolamenti diversi ed opposti e la sintesi è stato il penultimo turno in cui davanti al televisore si sono decisi i destini di un pezzo di campionato.

Calvarese ha sbagliato tutto da cima a fondo. E' ridicolo sostenere (come molti fanno) che sia stato il killer perfetto che doveva garantire alla Juventus l'ultima chance Champions League ai danni del Napoli o del Milan. Ridicolo perché nel suo sabato horror è fischiato anche contro i bianconeri, lasciandoli ad esempio in dieci per oltre mezz'ora non si capisce per quale motivo, e perché lo stesso metro Var nuova versione è stato utilizzato anche a Firenze nell'episodio che ha spinto il Napoli a una vittoria fondamentale e che stava sfuggendo via. Dunque, se c'era complotto, si sono dimenticati di avvisare Abisso e Chiffi. Poi il Milan ha fatto tutto da solo, gettando al vento un match point cha pareva servito su un piatto d'argento.

Resta, però, quel fischio sciagurato che rischia di cambiare la storia presente e futura del calcio italiano. Come in una sliding doors in cui ci si gioca tutto in un istante. Gli 80-90 milioni che accompagnano la qualificazione alla Champions League, vitali per tutti nell'era della pandemia, il destino di Donnarumma in bilico tra Juventus e Milan, quello di Pioli magari (anche se arrivano rassicurazioni sul fatto che la sua conferma non sia legata al piazzamento finale) e le strategia delle due società. Dentro l'Europa che conta, ad esempio, il Milan potrebbe accelerare il suo percorso di crescita. Fuori dalla Champions la Juventus essere costretta a tagli dolorosi a partire da Ronaldo. Un intreccio pazzesco, tutto dentro la decisione di Calvarese che il Var Irrati, molto presente nel pomeriggio dello Stadium, non si è sentito di emendare.

Al netto dei complottisimi, a bocce ferme servirà una riflessione profonda sui vertici arbitrali. E' incredibile che non si sia riusciti a garantire serenità e coerenza di giudizio nemmeno con la tecnologia a disposizione, prima quasi ripudiata e poi utilizzata come una clava sulle partite. Un errore non scusabile perché il Var è nato proprio per quello: aiutare gli arbitri, ridurre (non azzerare) le sviste, fornire a chi è in campo informazioni in più per cercare di sbagliare di meno. Il primo anno erano sparite le proteste, la credibilità era pari alle attese. Oggi è stato tutto cancellato e si è tornati al passato dove nessuno si fida più di nessuno. E' la colpa più grande.

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Giovanni Capuano