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Calcio

Benzema e il Pallone d'Oro dei vecchi

Il francese del Real Madrid ha vinto l'edizione 2022, quella che segna la fine dell'era Messi-Ronaldo ma che continua a premiare gli over 30 (mentre il futuro rimane nelle retrovie)

Karim Benzema ha vinto il Pallone d'Oro 2022 e mai come questa volta non c'è stata discussione, perché l'apporto dell'attaccante franco-algerino alla stagione di successi del Real Madrid e della Francia è stato eccezionale e indiscutibile. C'è chi contesta il significato e il valore di un premio che ha cambiato più volte fisionomia nel corso di mezzo secolo e che per la prima volta è stato assegnato ad ottobre, modificandone la cadenza dentro la stagione per sganciarlo dall'imminente Mondiale invernale del Qatar; la verità è che per i calciatori di tutto il mondo rimane un traguardo sognato, una sorta di diploma di laurea e l'ingresso in un club esclusivo che garantisce gloria eterna e moltiplicazione dei guadagni.

L'edizione 2022 ha sancito in maniera plastica la definitiva conclusione della lunga era del duopolio Messi-Ronaldo. L'argentino non era nemmeno nell'elenco dei 30 candidati per il successo (al pari di Neymar), il portoghese ha chiuso con un malinconico 20° posto. E' difficile immaginare che Messi possa un giorno conquistare l'8° trofeo di una carriera straordinaria e Ronaldo il 6°, cosicché il duopolio dei due tiranni del calcio mondiale (12 volte premiati nelle ultime 14 edizioni) si può dire finito.

Il paradosso è che i due fuoriclasse per eccellenza sono spariti, ma non per lasciare posto al calcio del futuro. Benzema ha coronato il sogno di una vita a quasi 35 anni e ha spartito il podio con Sadio Mané (30) e Kevin De Bruyne (31) lasciando ai piedi dello stesso Roberto Lewandowski (34) e Mohammed Salah (30). Nei primi dieci della classifica solo una risicata minoranza può presentare una carta di identità inferiore ai trent'anni: Mbappé (6°), Vinicius (8°) e il nuovo fenomeno Haaland (10°); tutti gli altri sono over 30 perché nella lista ci sono anche l'eterno Modric (37 anni) e il portiere Courtois (30).

E' possibile che il Mondiale segni uno spartiacque tra passato e futuro, una sorta di passaggio generazionale soprattutto se a vincere sarà la Francia di Mbappé visto che Haaland è un Terminator dell'area di rigore ma Qatar 2022 lo vedrà dal divano di casa esattamente come Salah con l'Egitto e la nazionale italiana e il peso del Mondiale sull'assegnazione 2023 promette di essere notevole. In caso contrario il rischio è di dover aspettare ancora ed è un paradosso vero perché il panorama internazionale sta presentando da tempo alcuni giocatori con il Dna dei predestinati.

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Giovanni Capuano