Quando per Bondi Silvio era "candore e purezza"
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Quando per Bondi Silvio era "candore e purezza"

Ecco frasi e poesie dedicate al leader di Forza Italia, fino all'addio di oggi - L'opinione di G. Ferrara

Da sempre considerato uno dei fedelissimi del Cavaliere, anche Sandro Bondi volta le spalle a Silvio Berlusconi per salire sul carro di Matteo Renzi attraverso Angelino Alfano.

Il centrodestra non solo è diviso ma soprattutto è privo di una strategia per il futuro". E' con queste parole che l'ex ministro della Cultura nel governo Berlusconi ha detto addio a Forza Italia e annunciato il suo ingresso nel Nuovo centrodestra.

Lo ha fatto attraverso una lettera pubblicata dal quotidiano La Stampa proprio nel giorno in cui l'ormai ex portavoce Paolo Bonaiuti ha ufficializzato la propria adesione al gruppo dei senatori di Alfano.

In realtà già all'inizio del mese Sandro Bondi, giovanissimo militante della Fgci ed esponente del Partito Comunista Italiano prima della folgorazione per Berlusconi e l'ingresso in Forza Italia negli anni '90, si era sfogato con Il Foglio,"questa storia è finita male – spiegava a Salvatore Merlo il 4 aprile scorso - in questi anni non abbiamo costruito nulla di umanamente e politicamente solido e autentico, capace di resistere al declino diSilvio Berlusconi".

E' vero, per Bondi, che "il carisma di Silvio Berlusconi suscita ancora un forte rapporto con l'elettorato moderato" e che "il suo intuito politico è tuttora capace di produrre esiti inaspettati e sorprendenti", tuttavia per l'ex ministro "il centrodestra italiano ha fallito la sua missione soprattutto su tre fronti: la costituzione di un grande partito liberal-conservatore, la modernizzazione del Paese e la rivoluzione liberale".

Eppure, solo fino a qualche mese fa Bondi, variamente e malignamente soprannominato “Don Abbondio Bondi”, “Er linguetta”, “Zio Fester”, tuonava ancora contro l'accanimento giudiziario di cui riteneva vittima il leader di quel centrodestra e prefigurava addirittura una guerra civile:

O la politica è capace (…) di rendere possibile l'agibilità politico del leader del maggior partito italiano oppure l'Italia rischia davvero una forma di guerra civile dagli esisti imprevedibili per tutti”.

Tempo prima, sempre a proposito della persecuzione subita dal Cavaliere da parte dei magistrati, così argomentava:

Ogni giorno sono stupefatto dalla determinazione, dal coraggio e dalla forza morale che il Presidente del consiglio esprime di fronte a quello che di sconcertante accade da quasi 20 anni in questo sventurato Paese. Dobbiamo sapere tutti che senza di lui, senza la testimonianza quasi eroica e certamente commovente che offre al servizio della libertà, della democrazia e dello sviluppo dell'Italia, saremmo tutti privati della possibilità di guardare al futuro con un minimo di speranza”.

A Ballarò:

Io conosco Silvio Berlusconi da quasi vent'anni, ho lavorato con lui nella vita privata, gli sono stato accanto nella vita politica, credo di conoscerlo bene. È una persona, come tutti gli italiani hanno ormai compreso, che ama la vita, è una persona generosa, è una persona che rispetta tutti: questo è il Silvio Berlusconi che io conosco, io posso testimoniare su questo, e questo è il Silvio Berlusconi persona che conoscono gli italiani. Questo dovrebbe bastare”.

Con lo pesudonimo di Agostino da Turalgo, Bondi aveva inoltre pubblicato alcuni libri di poesie dedicate, tra gli altri anche a Silvio Berlusconi:

A Silvio

Vita assaporata
Vita preceduta
Vita inseguita
Vita amata.
Vita vitale
Vita ritrovata
Vita splendente
Vita disvelata
Vita nova

Nel 2003, riferendosi a Enzo Biagi:

"La sua è un'odiosa incapacità di comprendere tutto ciò che di grande, di nobile, di lungimirante, di politicamente importante e di umano, sì di umano c'è nelle azioni di Silvio Berlusconi anche e soprattutto in politica estera”.

In un'intervista a Luca Telese:

Rompono entrambi (Berlusconi e Obama, ndr) gli schemi precostituiti: non sono per nulla ideologici, fondano le loro leadership su un carisma comunicativo personale unico”.

Il presidente Berlusconi nasce con la morte delle ideologie”.

Odio l'aereo. Ho paura. Ma per Belrusconi forse lo prenderò”.

Il 7 novembre scorso intervistato da Il Foglio sui cosiddetti “traditori”:

La nostra storia finisce nel fango, tra vili e traditori”.

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Claudia Daconto