Beppe Grillo e la paranoia del complotto
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Beppe Grillo e la paranoia del complotto

Ormai il comico assomiglia al Bossi che, negli anni anni 90, espelleva chiunque dissentisse e immaginava piani dei servizi per eliminarlo

Per Beppe Grillo, calza a pennello quello che il grande Winston Churchill disse di Clement Attlee, neo-primo ministro Inglese: "Lei è un individuo modesto non privo di ragioni per esserlo".  
Senza alcuna acrimonia, le ultime sortite del Grillo rasentano la paranoia universale. Nell'ordine, il fondatore del movimento 5 stelle è riuscito in questi giorni a litigare con Roberto Benigni e a lanciare un allarme dicendo di sentirsi in pericolo di vita.
Ora, passi pure lo scontro  tra comici sull'ingaggio di Benigni alla Festa del Pd (per altro già frequentate in passato pure dal nostro Grillo) ma mobilitare addirittura lo spettro del complotto mi pare una cosa che merita solo una grassa risata.

Eppure, l'eroe genovese, scrive:
"Il rito quotidiano dell'Odio da parte di aizzatori di professione nei miei confronti, nei confronti degli appartenenti al MoVimento 5 Stelle e dei miei collaboratori sta diventando fragoroso, insopportabile, indecente. Lo scopo è quello, chiaro, di creare dei mostri da abbattere per mantenere lo status quo. Non discutono mai nel merito (ad esempio del Programma del M5S), insultano, fomentano con l'obiettivo di isolare, infamare, distruggere. E dopo? Cosa verrà dopo? Dal tiro al bersaglio metaforico, si passerà a quello reale? L'informazione sta sconfinando in molti casi in istigazione a delinquere come avvenne negli anni di piombo. Li diffami, li isoli e poi qualcuno li elimina. Ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere".

Quando si evocano complotti è l'inizio del delirio.
Nulla di nuovo, lo fece già agli albori della nascita del suo movimento pure Umberto Bossi, quando negli anni 90 raccomandava ai suoi di diffidare dei media e di temere che i servizi gli facessero qualche scherzetto!
Ma le similitudini con il Senatur del 92 non finiscono qua. Come Umberto usava il metodo dell espulsione,  così Beppe dà il ben servito a chi osa dissentire dal Kapò.

Accadde a Castellazzi cacciato dal Carroccio e oggi a Tavolazzi allontanato dal 5 Stelle. Un movimento come quello del comico, che si sente costantemente sotto attacco, rifiuta il confronto con gli altri competitor elettorali ed evoca il complotto, è pronto per entrare a pieno titolo nella terza repubblica che uscirà dall urne dopo il governo dei tecnici.
Grillo dimostra di essere un vero mestierante della politica, infatti quello che spaventa non è lui, il grande mangiafuoco del movimento, ma i suoi seguaci. A leggere i commenti nel suo blog, ti prende la paura.
Neppure i seguaci di Ron Hubbard, il fondatore/padrone di Scientology, credono davvero a tutto quello che dice.

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David Parenzo