Riforma Sanitaria, la Katrina di Barack Obama
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Riforma Sanitaria, la Katrina di Barack Obama

La presidenza affonda sotto il peso degli errori dell'avvio dell'Obamacare. E il New York Times lo paragona a George W. Bush

Lo spettro di Katrina è tornato ad aleggiare sulla Casa Bianca. E, per una ironia della storia, va a sedersi accanto all'uomo che era stato eletto per mandarlo via. La disastrosa gestione dell'avvio della Riforma Sanitaria (l'Healthcare.gov non funziona ancora, migliaia di persone hanno perso la loro polizza sanitaria perché non corrispondente ai canoni previsti dalla nuova legge) che in queste settimane ha fatto perdere molta credibilità a Barack Obama rischia ora di diventare lo scoglio contro il quale può andare a fracassarsi la nave della presidenza Obama. E affondare.

Un presidente competente?

Lo sottolinea il New York Times. E già il fatto che il prestigioso quotidiano liberal paragoni Barack Obama a George W. Bush, per questa amministrazione deve suonare come un campanello d'allarme. Ora come allora si presenta un mix di fattori molto negativi per la presidenza: forte diminuzione del consenso, battaglie legislative perse con il Congresso, difficili relazioni internazionali (allora la guerra in Iraq, ora il Datagate), e, infine, la rivolta dentro il partito (i democratici sono furibondi con Obama per quello che è successo).

Tutto questo fa sorgere domande sulla competenza e la capacità del presidente di rivestire il suo ruolo. Nel 2005, Bush venne attaccato per il tardivo intervento in aiuto delle popolazioni di una New Orleans devastata dall'uragano, accusato di essere stato incapace di comprendere la portata del dramma, di essere stato indifferente. Otto anni dopo, con la disastrosa gestione dell'avvio della Riforma Sanitaria, Barack Obama ha dimostrato di non essere in grado di mantenere le promesse, prevenire e risolvere i problemi.

Aveva detto che nessun americano avrebbe perso la sua polizza a causa della nuova normativa e invece così non è stato. Anzi. Non solo centinaia di migliaia di persone non hanno più copertura sanitaria - perché il loro contratto non corrisponde ai nuovi parametri - ma l'iscrizione al programma di assistenza sanitaria è stato finora un fallimento, dipeso non solo dal guasto al sito del Dipartimento della Salute. Solo poco più di 100.000 adesioni rispetto ai milioni di americani che sono interessati.

Obama tenta di correre ai ripari

Dopo aver negato per settimane che migliaia di americani avrebbero dovuto rinunciare alla loro polizza, Barack Obama ha ammesso l'errore e ha chiesto scusa. Lo ha fatto con un'intervista di qualche giorno fa alla NBC

Ma, le scuse non sono bastate. Di fronte a questa deblace le critiche sono diventate sempre più forti. Bill Clinton gli ha ricordato che le promesse devono essere mantenute, molti altri esponenti del Partito Democratico lo hanno attaccato più o meno pubblicamente, una decina di parlamentari ha addirittura minacciato di appoggiare un piano repubblicano di modifica dell'Healthcare Reform. Alla fine, il presidente ha deciso di fare un passo: ha annunciato con un breve discorso che i piani sanitari già esistenti (ma non consoni agli standart della riforma) non devono essere cancellati: almeno fino ai prossimi dodici mesi.

 

Se questa mossa può calmare le acque della politica, non elimina del tutto le preoccupazioni nell'opinione pubblica, in particolare in coloro che dovranno ricontrattare la loro polizza a condizioni che potrebbero essere comunque più onerose, anche usufruendo degli sgravi fiscali e dei finanziamenti offerti dal governo federale. In più, molti di coloro che hanno perso l'assicurazione sanitaria, ora - nonostante l'annuncio di Obama - non intendono rifarla. Una sconfitta nella sconfitta.

Il governo sapeva dall'estate dei possibili problemi al software

Le difficoltà di Obama saranno aumentate da uno scoop dell'agenzia di stampa Reuters, secondo la quale l'amministrazione era stata avvertita la scorsa estate del fatto che il sistema informatico di registrazione per accedere alla riforma sanitaria avrebbe potuto avere dei grandi problemi, se non collassare (come poi è avvenuto). Era stato un funzionario che, inascoltato, aveva messo sull'avviso il Dipartimento della Salute. Ci sarebbe anche un documento a dimostrarlo, ottenuto dal Comitato Parlamentare sull'Energia e il Commercio che sta tendendo della audizioni sulla questione.

In luglio, Henry Chao, il capo progetto dell'Healthcare.gov aveva mandato un paio di mail interne in cui spiegava le su preoccupazioni per la tenuta di un sistema che avrebbe dovuto iniziare a funzionare il primo ottobre seguente. Ma non ha avuto mai risposta e la società che aveva vinto l'appalto per il software (la CGI Federal) dimostrava di essere fiduciosa rispetto al lancio del sito.

Ora, questa rivelazione può essere molto imbarazzante per il governo. Ma quello che deve preoccupare di più Barack Obama è il fantasma di Katrina. Era andato via dalla Casa Bianca. Ora è rientrato e si è seduto accanto a lui, lì, nello Studio Ovale.

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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