Banconote false: ecco in quali Paesi il rischio è maggiore
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Banconote false: ecco in quali Paesi il rischio è maggiore

Napoli rimane la "capitale" mondiale della contraffazione ma non è l'Italia ai vertici della black list dello spaccio di biglietti fasulli

C'è la mano della Camorra a muovere i fili di una presunta organizzazione a delinquere smantellata, questa mattina dai carabinieri del Comando Tutela Ambiente nel napoletano, specializzata nello spaccio di banconote e titoli di stato stranieri contraffatti per un valore di diversi miliardi di euro.

Tra i 28 indagati anche un giudice del Tar del Lazio, Franco Angelo Maria Bernardi. L'organizzazione criminale acquistava e spacciava monete e banconote false oltre a titoli di stato stranieri contraffatti o alterati ovvero i "silver coin certificate", truffando istituti di credito e privati.

In questo modo riuscivano a immettere il denaro fasullo nei canali finanziari legali. Il giudice De Bernardi, invece, sempre secondo l'accusa, avrebbe fornito "appoggi logistici" all’organizzazione, mettendo a disposizione del gruppo criminale il suo ufficio all'interno del Tar del Lazio dove avvenivano le riunioni. Inoltre sempre il giudice avrebbe reperito anche all'estero canali finanziari idonei al reimpiego dei titoli falsi o contraffatti.

Ma quante sono le banconote false in circolazione in Italia e in Europa? Qual è il loro valore?
Nel secondo semestre dell'anno scorso sono state ritirate dalla circolazione 507mila banconote false, il 44% in più del 2013. Il taglio da 20 è il più copiato, con oltre 300mila pezzi che valgono 6 milioni di 'finti euro'. Segue la banconota da 50, che però raggiunge un valore ancora più alto: 6,6 milioni di euro.

La maggior parte (97,5%) dei falsi è stata rinvenuta nei paesi dell'area dell'euro. Soltanto il 2% circa dei falsi proviene dagli Stati membri dell'Ue non appartenenti all'area dell'euro e meno dello 0,5% da altre parti del mondo.

Panorama.it ha intervistato un esperto della Guardia di Finanza e un consulente dell’associazione Altroconsumo per cercare di capire come riconoscerle, qual è il ruolo dell’Italia nel mondo della contraffazione e quali possono essere le conseguenze per l’economia.

Colonnello Vincenzo Andreone, esperto in materia del Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, quali sono i Paesi dove vengono “spacciate” più frequentemente?
Francia, Italia e Spagna. Sono questi, nell’ordine, i tre Paesi europei dove sono state sequestrate il numero maggiore di banconote contraffatte. Nonostante il primato sulla produzione spetti al Belpaese, al vertice della black list compare la vicina Francia.

Perché proprio in questi Paesi?
Tutti i Paesi dell’area euro ovviamente sono soggetti allo spaccio delle banconote false ma in queste tre nazioni sono molto più forti i canali di distribuzione ovvero esiste un collegamento ben saldo tra coloro che materialmente le fabbricano e coloro che le spacciano. Dobbiamo però sottolineare che in moltissimi paesi del Mondo sono state sequestrate banconote di euro contraffate: dall’Australia alla Colombia, dal Nord Africa agli Stati Uniti e persino ad Hong Kong. Negli ultimi mesi si sta registrando un aumento dello spaccio di queste banconote anche nei Paesi dell’Est in particolare in Lituania.

Napoli si attesta come la “capitale” della fabbricazione delle banconote contraffatte. Non solo euro ma anche dollari, dinari algerini etc. Cosa la rende così “appetibile” anche dalle altre organizzazioni criminali straniere?
Sicuramente l’esperienza e l’ormai, potremmo dire, secolare tradizione nella falsificazione delle banconote. Le organizzazioni criminali dedite da anni alla falsificazione numismatica, sono costantemente aggiornate e utilizzano macchinari sempre più sofisticati che rendono ancor più precisa la riproduzione della banconota. Questi metodi, ovviamente possono essere applicati anche nella riproduzione di altre monete oltre all’euro. Non a caso sono state scoperte stamperie di dollari o dinari algerini. La qualità delle banconote stampate nel napoletano è davvero elevatissima.

In tre mosse, quali sono i modi per riconoscere una banconota falsa?
Guardare, muovere, toccare. Per prima cosa, vanno toccati gli elementi in rilievo in quanto speciali tecniche di stampa conferiscono ai biglietti una particolare consistenza. Successivamente, va guardata la banconota in controluce, un sistema che fa apparire filigrana, numero e filo di sicurezza, caratteristiche che sono riscontrabili su entrambi i lati dei biglietti autentici. In aggiunta, dovete muovere la banconota: si potrà, infatti, vedere mutare l’immagine dell’ologramma posto sul fronte del biglietto, mentre sul retro si osserva la striscia brillante , ad esempio nei tagli da 5, 10 e 20 euro o il numero di colore cangiante come nelle banconote da 50, 100, 200 e 500.

Ivano Daelli, esperto di Altroconsumo, una così massiccia presenza di banconote contraffatte quali conseguenze può avere sull’economia?
Ci sono due aspetti: il primo coinvolge il consumatore e l’altro il commerciante. Il consumatore che si trova in possesso di banconote false può trovarsi ad dover affrontare una serie di “scocciature” che gli impediscono di portare a buon fine l’acquisto che stava effettuando oppure può “costringerlo” a modificare la modalità di pagamento. Per il commerciante, invece, la massiccia presenza sul mercato di banconote contraffate, si traduce in una diminuzione delle vendite. Ovviamente più diventa forte la circolazione di moneta, più calano le vendite. Purtroppo è impossibile fare una stima precisa di quanto possa incidere questo fenomeno. L’incremento di queste monete false ha indotto moltissimi commercianti, in particolare nelle zone turistiche, a introdurre nei propri esercizi l’utilizzo delle “macchinette” in grado di rilevarne l’autenticità o meno.


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Nadia Francalacci